Guerra! Guerra! Ho capito bene, Guerra?
Di Paolo Pellicciari
Il presidente del
Consiglio, italiano, recentemente ha dichiarato “guerra” ai
suoi concittadini con la scusa dell'evasione fiscale. Quando
griderà, “non si fanno prigionieri” all'attaccooo, avrà
difronte a se, un esercito disarmato, privato dei “diritto
costituzionale” che costituisce la suprema tutela del cittadino
difronte alla legge e ai soprusi di Stato. La costituzione italiana,
tutela l'imputato da ogni accusa di reato come previsto dall'Art. 24.
appresso descritto.
L'Art. 24 della
nostra costituzione recita:
Tutti possono
agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi
legittimi.
La difesa è un
diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati
ai meno abbienti, con istituti, i mezzi per agire e difendersi
davanti ad ogni giurisdizione.
La legge
determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori
giudiziari.
Con
il decreto Bersani Ministro dell'Industria (D.L n. 223 del
04/07/2006 sulle liberalizzazioni), tra luci ed ombre e qualche
omissione imputabile alla stampa, che non ha informato l'opinione
pubblica sull'interezza delle finalità e gli obbiettivi che il
governo Prodi, con il contributo del ministro Visco. (ministro delle
Finanze) si prefissò.
Il
provvedimento ha un'assonanza con quanto ha scritto Gramsci nei suoi
“Quaderni del carcere”:
"L'uomo è un
lupo con l'uomo, la donna, è ancora più lupo con la donna, il prete
è il più lupo di tutti, con il prete".
Il
D.L. Sulle liberalizzazioni, “Liberalizza” poco o nulla, ma è la
scusa per avviare “l'oppressione fiscale” aumenta gli ostacoli
agli itinerari “burocratici” e rappresenta, un grave attacco alla
libertà d'impresa e a quella dei cittadini in genere. Il decreto di
fatto, non produce alcun beneficio ai consumatori, ma arreca gravi
danni al lavoro autonomo, trasformando il fisco in regime di “polizia
tributaria”, affossa la libertà di iniziativa economica, con una
stangata contributiva con inasprimenti fiscali retroattivi con nuove
gabelle con provvedimenti che sottraggono risorse a settori
fondamentali come scuole, ricerca scientifica, sanità, giustizia,
protezione civile ecc. ecc.
Non
solo, ma introduce il principio della retroattività dei
provvedimenti fiscali, in “violazione” delle norme
costituzionali, e ignora la legge sullo “Statuto
del Contribuente” (LEGGE 27 luglio
2000, n. 212.) Disposizioni in materia di statuto
dei diritti del contribuente. (Gazzetta
Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000) .
Che stabilisce il principio
secondo il quale “le disposizioni tributarie non hanno effetto
retroattivo” e vìola l'art.11 delle preleggi, le disposizioni
preliminari del codice civile secondo il quale “la legge non
dispone che per l'avvenire: essa non ha effetto retroattivo.”
Il
decreto Prodi-Visco-Bersani, infatti, che ha scatenato la “bellum
omnium contra omnes” favorita da editorialisti, con inquietanti
articoli sul decreto legge che liberalizza poco o nulla, ma
costituisce la via all'oppressione fiscale e un eccesso di
burocrazia, unito ad uno dei più gravi attacchi alla libertà
d'impresa e a quella dei cittadini più in generale.
Visco,
introduce una misura discutibile senza eguali: si da il potere al
Fisco di accedere in ogni meandro dell'economia famigliare, dove
anche un PC collegato ad internet può rappresentare uno strumento di
lavoro, come non è escluso che per avere una partita I.V.A.
bisognerà rilasciare una “fideiussione”. Il Decreto Bersani
ignora l'Art. 41 della Costituzione: “L'iniziativa economica
privata è libera” Non può svolgersi in contrasto con l'utilità
sociale o in modo da creare danno alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana.
La legge determina
i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica
pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini
sociali.
Oggi aprire un'attività è come percorrere un “labirinto degli
orrori” dove ogni passo si ha a che fare con un burocrate esigente,
che erode la pazienza del mal capitato, nonostante l'onere pecuniario
da esborsare, che spesso induce a rinunciare alla realizzazione di
una iniziativa. Credo che nella fattispecie, va utilizzato un
vocabolo in disuso; “ossimoro”. Ovvero, Tutto e il contrario di
Tutto. Da una parte si parla di “Crescita” e dall'altra di
“Decrescita Felice” si parla di “Liberalizzazioni” e aumenta
la “Burocrazia”, si parla di “Evasione Fiscale” e aumentano
le code alla “Mensa della Caritas”. Allora? Sono passati circa
quattro anni dal fallimento di Lehman Brothers e più di quattro anni
e mezzo dall'inizio della Grande Recessione, eppure i cittadini dei
paesi più avanzati stanno ancora subendo una crisi economica senza
uguali.
La Grande Recessione è iniziata nel 2008 negli Stati Uniti. Ha
immediatamente contagiato l'economia mondiale che continua ad
aggravarsi. Tra fatalismo e paura, aspettiamo l'evolvere degli
eventi, in illusoria attesa di tempi migliori al di là da venire.
Che cosa è successo? Eppure i paesi occidentali compreso l'Europa
sono ( o erano) ricchi di risorse, talenti e competenze che avrebbero
potuto assicurare prosperità e tenore di vita dignitoso per tutti.
Invece!
Uscire dalla crisi si può? Dalla crisi si esce solo se la politica
riesce a liberarsi dal “Banchismo” il “nuovo” movimento
politico che vuole governare la globalizzazione, appropriandosi della
sovranità popolare, e delle proprietà dei cittadini. Proprietà,
spesso frutto di lavoro, sacrificio e risparmio.
Parliamo dello stato di oggi. Lo Stato italiano incassa immani
risorse, con le sue norme e la sua giurisprudenza asimmetrica pone il
suo potere fiscale al di sopra delle impugnative e rivalse
ordinamentali riservate a noi cittadini che tali non siamo più, ma
regrediti alla condizione di sudditi.
Lo stato da decenni ha organizzato la struttura del suo prelievo e
della spesa in modo opaco, discrezionale, da sempre non rispetta la
Costituzione che disciplina i fondamenti del fisco il diritto a un
equo giudizio da parte di un giudice terzo, prassi sconosciuta al
contenzioso tributario.
Un Premier, lo dovrebbe sapere, che solo con un nuovo patto riscritto
dalle fondamenta tra Stato e Contribuenti. Perché, al momento, chi
spoglia delle risorse il Paese è lo Stato. Come fa un Premier si può
andare alla Guerra a capo di un “esercito” protagonista delle
cronache giudiziarie?
Mario Monti è un brav'uomo, profondamente sincero, coadiuvato da una
squadra di tecnici (con stipendi “milionari”) che stanno attuando
politiche economiche di “rigore” che porteranno l'Italia e
l'Europa ad una crisi economica drammatica e di difficile soluzione.
Guerra! Guerra! Se Monti invece di dichiarare “Guerra” ai
cittadini, si fosse rivolto Ai Pensionati d'Oro, agli Stipendi di
“Platino”, alla “Criminalità Organizzata”, alla Corruzione
della Classe Politica, agli Sperperi di Stato, al Commercio Abusivo
e avesse ripristinato i Comitati di Controllo sugli atti delle
amministrazioni periferiche, avrebbe avuto sicuramente più consenso
e plauso popolare. Invece! Niente di tutto questo, ma solo tasse in
modo trasversale colpendo soprattutto la proprietà quale oggetto di
fiscalizzazione di tipo patrimoniale, al limite del “Terrorismo
Fiscale” non è escluso a fini espropriativi.
Il paradosso, ormai è assodato, che la politica pecca di moralità,
visto che occupa giornalmente le cronache giudiziarie. Ciò, non
esclude qualche “riflessione”. Mettiamo il caso che qualche
politico o Ente possa essere interessato a qualche immobile di
prestigio, tanto da coinvolgere il mal capitato proprietario in un
vortice di “presunzione dell'evasione fiscale”. L'interessato
Chiede informazioni sull'andamento economico del soggetto da
“espropriare”. Con le informazioni di facile acquisizione emerge
chiaramente, uno che si arrabatta nella gestione finanziaria della
sua attività economico- professionale. Una semplice “accusa” di
evasione fiscale, ben oltre le sue disponibilità e il gioco è
fatto. Conoscendo già a priori che sarà difficile per il
malcapitato reperire i fondi per aprire il contenzioso con il fisco.
Il povero, è il caso di dire, mal capitato, si ritrova sul lastrico
senza che se ne renda conto.
Il sospetto nasce dal caso Marzotto. Dei Marzotto, conoscevo il
povero Giannino, figlio di una famiglia patriarcale, gente seria,
coinvolta su una presunta evasione fiscale tanto che il “fisco”
gli ha pignorato tutti i beni di famiglia. Io non credo all'evasione
fiscale, a quel livello per consulenti fiscali saranno di certo di
prim'ordine, tutta la questione orbiterà su un'interpretazione delle
norme fiscali e non “altro”. Intanto i Marzotto corrono grossi
rischi finanziari. Tutto questo è possibile in uno stato Moderno e
Democratico? Democratico! L'esule russo Bukowski diceva: l'Unione
Europea è come l'Unione Sovietica. Infatti persegue
l'internazionalizzazione mondiale eliminando gli Stati nazionali e
basato l'unione sul trattato di Maastricht, ossia sul primato delle
strutture economiche, attraverso le quali si ottiene la soggezione e
il controllo di ogni comportamento dei cittadini.