mercoledì 19 dicembre 2012

Il “BANCHISMO” LA DITTATURA DEL TERZO MILLENNIO.

Guerra! Guerra! Ho capito bene, Guerra?

Di Paolo Pellicciari
Il presidente del Consiglio, italiano, recentemente ha dichiarato “guerra” ai suoi concittadini con la scusa dell'evasione fiscale. Quando griderà, “non si fanno prigionieri” all'attaccooo, avrà difronte a se, un esercito disarmato, privato dei “diritto costituzionale” che costituisce la suprema tutela del cittadino difronte alla legge e ai soprusi di Stato. La costituzione italiana, tutela l'imputato da ogni accusa di reato come previsto dall'Art. 24. appresso descritto.
L'Art. 24 della nostra costituzione recita:
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai meno abbienti, con istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.
Con il decreto Bersani Ministro dell'Industria (D.L n. 223 del 04/07/2006 sulle liberalizzazioni), tra luci ed ombre e qualche omissione imputabile alla stampa, che non ha informato l'opinione pubblica sull'interezza delle finalità e gli obbiettivi che il governo Prodi, con il contributo del ministro Visco. (ministro delle Finanze) si prefissò.
Il provvedimento ha un'assonanza con quanto ha scritto Gramsci nei suoi “Quaderni del carcere”:
"L'uomo è un lupo con l'uomo, la donna, è ancora più lupo con la donna, il prete è il più lupo di tutti, con il prete".
Il D.L. Sulle liberalizzazioni, “Liberalizza” poco o nulla, ma è la scusa per avviare “l'oppressione fiscale” aumenta gli ostacoli agli itinerari “burocratici” e rappresenta, un grave attacco alla libertà d'impresa e a quella dei cittadini in genere. Il decreto di fatto, non produce alcun beneficio ai consumatori, ma arreca gravi danni al lavoro autonomo, trasformando il fisco in regime di “polizia tributaria”, affossa la libertà di iniziativa economica, con una stangata contributiva con inasprimenti fiscali retroattivi con nuove gabelle con provvedimenti che sottraggono risorse a settori fondamentali come scuole, ricerca scientifica, sanità, giustizia, protezione civile ecc. ecc.
Non solo, ma introduce il principio della retroattività dei provvedimenti fiscali, in “violazione” delle norme costituzionali, e ignora la legge sullo “Statuto del Contribuente” (LEGGE 27 luglio 2000, n. 212.) Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente. (Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000) . Che stabilisce il principio secondo il quale “le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo” e vìola l'art.11 delle preleggi, le disposizioni preliminari del codice civile secondo il quale “la legge non dispone che per l'avvenire: essa non ha effetto retroattivo.”
Il decreto Prodi-Visco-Bersani, infatti, che ha scatenato la “bellum omnium contra omnes” favorita da editorialisti, con inquietanti articoli sul decreto legge che liberalizza poco o nulla, ma costituisce la via all'oppressione fiscale e un eccesso di burocrazia, unito ad uno dei più gravi attacchi alla libertà d'impresa e a quella dei cittadini più in generale.
Visco, introduce una misura discutibile senza eguali: si da il potere al Fisco di accedere in ogni meandro dell'economia famigliare, dove anche un PC collegato ad internet può rappresentare uno strumento di lavoro, come non è escluso che per avere una partita I.V.A. bisognerà rilasciare una “fideiussione”. Il Decreto Bersani ignora l'Art. 41 della Costituzione: “L'iniziativa economica privata è libera” Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da creare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Oggi aprire un'attività è come percorrere un “labirinto degli orrori” dove ogni passo si ha a che fare con un burocrate esigente, che erode la pazienza del mal capitato, nonostante l'onere pecuniario da esborsare, che spesso induce a rinunciare alla realizzazione di una iniziativa. Credo che nella fattispecie, va utilizzato un vocabolo in disuso; “ossimoro”. Ovvero, Tutto e il contrario di Tutto. Da una parte si parla di “Crescita” e dall'altra di “Decrescita Felice” si parla di “Liberalizzazioni” e aumenta la “Burocrazia”, si parla di “Evasione Fiscale” e aumentano le code alla “Mensa della Caritas”. Allora? Sono passati circa quattro anni dal fallimento di Lehman Brothers e più di quattro anni e mezzo dall'inizio della Grande Recessione, eppure i cittadini dei paesi più avanzati stanno ancora subendo una crisi economica senza uguali.
La Grande Recessione è iniziata nel 2008 negli Stati Uniti. Ha immediatamente contagiato l'economia mondiale che continua ad aggravarsi. Tra fatalismo e paura, aspettiamo l'evolvere degli eventi, in illusoria attesa di tempi migliori al di là da venire.
Che cosa è successo? Eppure i paesi occidentali compreso l'Europa sono ( o erano) ricchi di risorse, talenti e competenze che avrebbero potuto assicurare prosperità e tenore di vita dignitoso per tutti. Invece!
Uscire dalla crisi si può? Dalla crisi si esce solo se la politica riesce a liberarsi dal “Banchismo” il “nuovo” movimento politico che vuole governare la globalizzazione, appropriandosi della sovranità popolare, e delle proprietà dei cittadini. Proprietà, spesso frutto di lavoro, sacrificio e risparmio.
Parliamo dello stato di oggi. Lo Stato italiano incassa immani risorse, con le sue norme e la sua giurisprudenza asimmetrica pone il suo potere fiscale al di sopra delle impugnative e rivalse ordinamentali riservate a noi cittadini che tali non siamo più, ma regrediti alla condizione di sudditi.
Lo stato da decenni ha organizzato la struttura del suo prelievo e della spesa in modo opaco, discrezionale, da sempre non rispetta la Costituzione che disciplina i fondamenti del fisco il diritto a un equo giudizio da parte di un giudice terzo, prassi sconosciuta al contenzioso tributario.
Un Premier, lo dovrebbe sapere, che solo con un nuovo patto riscritto dalle fondamenta tra Stato e Contribuenti. Perché, al momento, chi spoglia delle risorse il Paese è lo Stato. Come fa un Premier si può andare alla Guerra a capo di un “esercito” protagonista delle cronache giudiziarie?
Mario Monti è un brav'uomo, profondamente sincero, coadiuvato da una squadra di tecnici (con stipendi “milionari”) che stanno attuando politiche economiche di “rigore” che porteranno l'Italia e l'Europa ad una crisi economica drammatica e di difficile soluzione.
Guerra! Guerra! Se Monti invece di dichiarare “Guerra” ai cittadini, si fosse rivolto Ai Pensionati d'Oro, agli Stipendi di “Platino”, alla “Criminalità Organizzata”, alla Corruzione della Classe Politica, agli Sperperi di Stato, al Commercio Abusivo e avesse ripristinato i Comitati di Controllo sugli atti delle amministrazioni periferiche, avrebbe avuto sicuramente più consenso e plauso popolare. Invece! Niente di tutto questo, ma solo tasse in modo trasversale colpendo soprattutto la proprietà quale oggetto di fiscalizzazione di tipo patrimoniale, al limite del “Terrorismo Fiscale” non è escluso a fini espropriativi.
Il paradosso, ormai è assodato, che la politica pecca di moralità, visto che occupa giornalmente le cronache giudiziarie. Ciò, non esclude qualche “riflessione”. Mettiamo il caso che qualche politico o Ente possa essere interessato a qualche immobile di prestigio, tanto da coinvolgere il mal capitato proprietario in un vortice di “presunzione dell'evasione fiscale”. L'interessato Chiede informazioni sull'andamento economico del soggetto da “espropriare”. Con le informazioni di facile acquisizione emerge chiaramente, uno che si arrabatta nella gestione finanziaria della sua attività economico- professionale. Una semplice “accusa” di evasione fiscale, ben oltre le sue disponibilità e il gioco è fatto. Conoscendo già a priori che sarà difficile per il malcapitato reperire i fondi per aprire il contenzioso con il fisco. Il povero, è il caso di dire, mal capitato, si ritrova sul lastrico senza che se ne renda conto.
Il sospetto nasce dal caso Marzotto. Dei Marzotto, conoscevo il povero Giannino, figlio di una famiglia patriarcale, gente seria, coinvolta su una presunta evasione fiscale tanto che il “fisco” gli ha pignorato tutti i beni di famiglia. Io non credo all'evasione fiscale, a quel livello per consulenti fiscali saranno di certo di prim'ordine, tutta la questione orbiterà su un'interpretazione delle norme fiscali e non “altro”. Intanto i Marzotto corrono grossi rischi finanziari. Tutto questo è possibile in uno stato Moderno e Democratico? Democratico! L'esule russo Bukowski diceva: l'Unione Europea è come l'Unione Sovietica. Infatti persegue l'internazionalizzazione mondiale eliminando gli Stati nazionali e basato l'unione sul trattato di Maastricht, ossia sul primato delle strutture economiche, attraverso le quali si ottiene la soggezione e il controllo di ogni comportamento dei cittadini.