giovedì 13 settembre 2012

QUELLO CHE NON FECE L'IDEOLOGIA FA L'ECONOMIA

Di Paolo Pellicciari

Nel 9 maggio del 1950 con la dichiarazione di Schuman, Ministro degli Esteri Francese, si da l'avvio al processo di integrazione Europea. La dichiarazione, prospettò il superamento delle rivalità tra Francia e Germania legate dalla produzione del carbone e dell'acciaio grazie alla creazione di un'Alta Autorità per la messa in comune delle riserve europee di tali materie prime. Con la dichiarazione del 9 maggio Schuman, pose le basi per la futura Comunità Economica Europea.
La fine della seconda guerra mondiale ci porta la democrazia. La contrapposizione politica tra il vecchio P.C.I e la D.C si concluse con la vittoria della D.C. di De Gasperi. De Gasperi applicando l'Enciclica Rerum Novarum che basa la politica economica sul “risparmismo” un processo economico tra lo “statalismo” e il “capitalismo”, sulla meritocrazia in sintesi un'Enciclica promulgata nel 1891 ancora attualissima. La politica economica di De Gasperi cambia la vita degli italiani che passano dal “somaro” alla “600”, Tanto che nel 1960 la Lira viene premiata dal Financial Times con l'Oscar per le stabilità grazie al governatorato della Banca D'Italia di Donato Menichella.
Il 25 gennaio del 1959 Papa Giovanni XXIII annuncia il Concilio Vaticano II
Nel 1965 si conclude il concilio Vaticano II, Il 24 novembre, viene emanata la Costituzione Dogmatica della Chiesa. Di cui riporto il primo punto.
1. Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa. E siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti Concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo”. Nascono i movimenti del 68.
Il Sessantotto è stato un movimento sociale e politico ancora oggi controverso: molti sostengono che sia stato il movimento che ci ha portato ad un mondo “utopicamente” migliore e molti altri sostengono invece il contrario ovvero che sia stato un movimento che ha spaccato e distrutto la moralità e la stabilità politica mondiale fondata su valori “borghesi, capitalistici, e clericali.
Negli anni immediatamente successivi al Concilio, Papa Paolo VI e i suoi successori dovettero infatti fare i conti con una profonda emorragia di sacerdoti e religiosi che interpretarono l'attenzione al mondo in maniera diversa dall'effettiva dottrina della Chiesa. Prese forza il movimento dei “preti operai”, già attivo dal secondo dopoguerra in Francia, ma che dopo il Concilio trovò nuovo vigore grazie anche all'approvazione da parte dello stesso Paolo VI di tale pratica, precedentemente ritenuta illegittima da Pio XII e Giovanni XXIII. Nacquero le “ Comunità Cristiane Di Base” le quali, soprattutto in Sud America, testimoniando la vitalità delle Chiese locali che assunsero una dimensione assai rilevante, che dura ancora oggi. Sempre in America Latina, molti teologi seguaci della teologia della liberazione abbracciarono la lotta marxista. Da parte opposta, Monsignor Lefevre rifiutò invece la riforma della liturgia ed altri pronunciamenti di "apertura" del concilio, tra cui quelli sull'ecumenismo, ponendosi di fatto in una situazione di rottura con la Chiesa di Roma.
Si da avvio, all'era “Comunionista”
A partire dal 1970 si è verificata una nuova ondata di liberalizzazione del commercio mondiale, anche attraverso accordi e istituzioni internazionali appositamente concepite quali il GATT e successivamente il WTO finalizzate all'abolizione progressiva delle barriere al commercio internazionale.
Quanto ai rapporti tra GATT e Comunità, Europea prima ed Unione Europea poi, sono regolati, nel diritto comunitario, dall'articolo 113 del Trattato di Roma (come successivamente modificato dal Trattato di Maastricht il quale attribuisce all'Unione Europea una competenza esclusiva in materia di politica commerciale comune fondata su principi uniformi, specialmente per quanto concerne le modificazioni tariffarie, la conclusione di accordi tariffari e commerciali, l'uniformazione delle misure di liberalizzazione, la politica di esportazione, nonché le misure di difesa commerciale, tra cui quelle da adottarsi in casi di “dumping” e di sovvenzioni. L'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), conosciuta anche con il nome inglese di World Trade Organization (WTO), è un'organizzazione internazionale creata allo scopo di supervisionare numerosi accordi commerciali tra gli stati membri. Vi aderivano, a luglio del 2008, 153 Paesi a cui si aggiungono 30 Paesi osservatori, che rappresentano circa il 97% del commercio mondiale di beni e servizi. Le vendite in dumping sono state disciplinate dalle norme internazionali antidumping (che sono state incluse progressivamente nell'ambito del General Agreement on Tariffs and Trade (GATT 1947) e che pertanto oggi sono previste dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (GATT 1994), ma sono altresì contemplate dal Diritto Comunitario a tutela della libera concorrenza in quanto capaci di determinare gravi distorsioni sul mercato di importazione e di attribuire un vantaggio di base all'impresa importatrice nei confronti degli altri soggetti (produttori o esportatori) che operano nel mercato di importazione per lo stesso bene o servizio. Nella “palude” di degli accordi internazionali si nasconde una “feroce” forma di capitalismo. Un capitalismo che specula su tutto, anche su gli alimenti per la sopravvivenza dell'umanità. Un capitalismo che sta bruciando anche il “risparmismo” ovvero quell'economia frutto di lavoro, di risparmio che ogni buon padre di famiglia si riserva per garantire il futuro. Ho la sensazione che tutto questo faccia parte di una strategia preordinata. A meta degli anni 80 comincia una graduale impennata del debito pubblico italiano che è poi stato l'alibi per alienare il patrimonio pubblico italiano. Tanto che già nel 1991 comincia il processo di “privatizzazione” del patrimonio pubblico italiano concordato sul panfilo Britannia nel 1992. Non si riesce a capire, come mai, nonostante tutto il patrimonio alienato, ancora abbiamo un debito pubblico di sensibili proporzioni. Non credo di scrivere eresie, se penso che c'è tutto un disegno preciso per accaparrarsi il patrimonio pubblico degli stati occidentali. Inoltre la “speculazione” sta acquistando intere Regioni in paesi sottosviluppati per acquisire le ricchezze di superficie e sotterranee, ribaltando il principio della concessione a favore della proprietà. Il rovescio della medaglia è rappresentato dai flussi migratori causati dai nuovi “padroni” che non gradiscono “estranei” nelle loro proprietà. Questo tipo di speculazione, sta livellando l'economia dei cittadini ridotti in povertà con una “nomenclatura” ad alto reddito. Non escludo che nel prossimo futuro un nuovo ordine mondiale stravolga l'organizzazione governativa che conosciamo. Il nuovo ordine mondiale stravolgerà il sistema di vita, niente sarà come prima. Il mondo non sarà governato dalle leggi dettate a Mosè dal Dio creatore del cielo e della terra, ma dal “Dio Denaro”. Un ordine dove il mondo occidentale pagherà il prezzo più alto, in quanto caduto nel vortice dell'indebitamento, complice una classe politica “inetta” e “asservita” al nuovo sistema economico gestito dai “poteri economici”. Indebitamento scaturito dagli accordi internazionali, proposti e gestiti da politici o sedicenti tali, che ci hanno portato al tracollo finanziario soprattutto del mondo occidentale. Prendiamo il caso della Grecia, una popolazione di circa 11.milioni di abitanti, pari al 2,2% della popolazione europea che è di circa 730 milioni di abitanti? Credo di no. Allora? Quel giorno ( il 9 maggio del 50) al Quai d'Orsay di Parigi nel Salon de L'Horologe, Schuman propose il progetto di unità delle nazioni: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemdurgo, e Paesi Bassi. Da qui nacque G7. Ovvero sette nazioni avevano il sistema industriale più potente del mondo. Oggi l'economia è distribuita nel G 20 causando pianificazione in basso dei renditi individuali vittime anche dell'”oppressione fiscale”. In sintesi i paesi emergenti applicando la politica economica dettata dalla Rerum Novarum stanno emergendo. Mentre il mondo occidentale avendola “abbandonata” sta “affondando” economicamente. Sessantadue anni dopo l'intervento di Schuman, il nostro Presidente del Consiglio con il “cappello in mano” in giro per l'Europa a chiedere “Carità”

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