domenica 19 ottobre 2008

LO 'TSUNAMI' SU VINO E VIGNETI ITALIANI

da ww.enopress.it

"Dio s’è "distratto", scrive Paolo Pellicciari a sottolineare la profondità dei mutamenti progettati, e gli stanno "adulterando" il vino simbolo della sacralità religiosa. I Conventi dovranno ripiantare i vigneti per garantire l’integrità del vino per la Messa
Uno "Tsumani" si sta abbattendo sui nostri vigneti, l’ O C M Vino, stravolgerà il sistema vinicolo italiano causando danni irreversibili a tutto il comparto costruito con anni di lavoro. Alcuni giornalisti si sono cimentati affrontando gli aspetti legati alla produzione vinicola italiana, con risvolti piuttosto critici che vanno presi in considerazione, per la salvaguardare il meglio dei nostri prodotti agricoli."
Già nel 2002 la UE ( presidente della Commissione Prodi ) ha inteso modificare il Reg. 753/2002 concedendo ai paesi terzi la possibilità di fregiare i loro vini, prodotti con uve non italiane ne europee, con nomi tipicamente italiani o europei. ( Brunello, Passito, Amarone ….) E si da la possibilità a molte aziende produttrici ed imbottigliatrici di acquistare partite di vino a buon mercato dall’estero tagliando i nostri prodotti, poi venduti come italiani.

Questo, alla faccia della tracciabilità.
Vini delle stesso nome, ma di dubbia qualità, sicuramente più concorrenziali, dato i costi inferiori vanno a privare l’Italia, di un mercato proficuo, di un valore, ma anche dell’identità culturale. A seguito di ciò, alcuni paesi terzi hanno incrementato l'impianto di vigneti tra cui la Cina, che ne ha impiantati per circa 150.000.

Il vino delle cooperative
Il 22 novembre del 2007 si riunisce a Roma la Confcoperative per discutere sull’ O C M Vino dando di fatto il benestare sull’operato della Commissione per i sostegni economici al settore, ma critici per l’etichettatura a proposito dell’indicazione del vitigno sui vini senza origine geografica per non danneggiare le denominazioni d’origine e soprattutto i vini con indicazine geografica su cui molti produttori europei hanno investito. Auspicando al contempo un periodo transitorio di tre – cinque anni necessario per adeguare le strategie commerciali più opportune.
Teniamo presente che in Italia ci operano circa 600 cooperative che producono venticinque milioni di ettoletri di vino per un valore di circa 4,5 miliardi di euro, con un fatturato pari al 60% del mercato. Non ci vuole la palla di cristallo per capire che faranno la parte del leone sui finanziamenti messi a disposizione dalla U.E. per questo settore.

La UE con nota IP/08/656 DEL 29/04/2008 dal titolo Riforma della PAC: Il consiglio adotta ufficialmente una riforma del settore vitivinicolo che aumenterà la competitività dei vini europei.
Verranno emanate Misure di sviluppo rurale - Diritti di impianto abolizione nel 2015 eventuale mantenimento a livello nazionale fino al 2018. - Eliminazione progressiva dei regimi di distillazione - Estirpazione: si introduce un regime di estirpazione volontaria su un periodo di tre anni per una superficie di 175.000 ettari - Miglioramento delle norme in materia di etichettature - Zuccheraggio: riduzione dei livelli massimi - La UE con nota IP/07/1008 dal titolo Riforma della PAC; la riforma del vino aiuterà l’Europa a riconquistare i mercati perduti - Abolizione delle misure di gestione del mercato - Divieto di impiego di zucchero per l’arricchimento - Regime di estirpazione di 200.000 ettari con valori decrescenti da 7,174 Euro/ha a 2938Euro ha al quinto anno - Cessazione delle restrizione agli impianti; il sistema dei diritti sarà prorogato fino al periodo transitorio (dicembre 2013) poi abolito da 1° gennaio 2014 - Pratiche enologiche - Migliori norme di etichettatura;

Domanda?
Cosa è successo in tre mesi nel passaggio dai primi 170.000 ha a 200.000 ha?
Come comunicato dal Ministero delle Politiche agricole il 04/08/2008, si autorizza la possibilità di confezionare i vini a denominazione di origine controllata (DOC) in contenitori alternativi al vetro (cartone) esclusi vini DOC designabili con superiore, vigna e riserva.
"Abbiamo preso atto delle richieste del mercato, in particolare della domanda dei paesi del nord Europa, dove il "bag in box" può essere un utile strumento di penetrazione del vino italiano"
A seguito della regolamentazione emanata dalla UE l’Associazione "Città del Vino" con un comunicato stampa del 22/08/2008 lancia l’allarme annunciando l’abolizione delle Docg e delle Doc.
Il REGOLAMENTO (CE) n. 479/2008 del 29 Aprile 2008 modificando i regolamenti ( CE)1782/2003,(CE) n.1290 /2005 e (CE)n.3/2008 e abrogando i regolamenti (CEE) n. 2392/86 e (CE n. 1493/1999 azzerando la normativa rinnova di fatto i fondamentali della produzione vinicola italiana.

Infatti interpretando l’art.34 punto "a" del capitolo IV, il vino si classificherà con due menzioni: "denominazione di origine" e "indicazione geografica" punto "b" distinguendo due concetti nalla classificazione del vino, es: Brunello, Chianti, ecc. dovrebbero appartenere alla classificazione "denominazione" mentre Frascati ed altri dovrebbero essere classificati come "indicazione geografica".
A questo punto anche un paese terzo può chiedere protezione relativa a una zona geografica situata nel paese richiedente. Nel capo IV Art. 82 punto 3 regolamento (CE) n. 479/2008 del 29/04/2008, l’importazione dei prodotti di cui al paragrafo 1 è soggetta alla presentazione di:
a) un certificato che attesta il rispetto delle disposizioni di cui i paragrafi 1 e 2 redatto da autorità competente figurante in un elenco che sarà reso pubblico dalla commissione nel paese da cui proviene il prodotto.
b) un bollettino di analisi rilasciato da un organismo designato dal paese da cui proviene il prodotto, nella misura in cui il prodotto si destinato al consumo umano diretto.

Una procedura che dovrebbe mettere in allarme i consumatori e gli organismi di tutela. Anche perchè significa abdicare alla funzione di controllo e garanzia della salute dei cittadini. Nella fattispecie non solo serve uno ente delegato al Controllo ma anche l’investitura dei vari Ministeri della Salute al fine di controllare regolarmente e costantemente la catena alimentare compreso il vino.
L’oncolgo Veronesi sostiene, infatti, che i tumori non vengono per quello che respiriamo ma per quello che mangiamo,

Il vino come la Coca Cola?
Il Ministro Zaia con nota del 23/07/2008 asserisce: "dobbiamo attuare l’OCM vino conservando le identità territoriali che sono l’essenza del nostro patrimonio enologico e quindi dei nostri vini. Nella stessa nota il Ministro stabilisce che nel triennio 2009 – 2011 si dovranno estirpare 58.435 ettari di vigneto.Non solo, al Commissione europea si riserva la possibilità di altre riduzioni per ogni singolo Paese.
I 58.435 ha estirpati come saranno convertiti? Quanti viticultori disoccupati senza ammortizzatori sociali. Quanti vigneti impiantati da poco saranno estirpati con un danno enorme per i viticultori. Intere famiglie sull’astrico ? Quante piccole cantine dovranno chiudere

Il Ministro Zaia è un rappresentante della Lega, di cui il cavallo di battaglia è il "federalismo" In un mutamento politico da centro sinistra a centro destra doveva imporre un processo di "federalismo" vinicolo per salvaguardare un tradizione millenaria vanto nel mondo. Come non dimentico le enunciazioni di critica sull’ operato della "U.E." da parte della Lega. Tanto che in Parlamento nella votazione di ratifica del trattato europeo si sono "stracciati" le vesti ma alla fine hanno votato si. All’ora?

Il vino non è un prodotto industriale
Che il sistema delle doc era obsoleto si sapeva che andava rivisto per garantire qualità e certezza del prodotto a garanzia del cliente. Ma "questa rivoluzione" di queste proporzioni non era certo auspicabile.
"Nell’articolo Il vino come Coca Cola di Enopress si sottolinea il disagio del mondo vinicolo italiano, quando vede declassati i valori del vino di qualità, che sono tradizione, territorio, storia, cultura e abiltà nella conduzione del vigneto e in cantina.
In Europa operano circa 200.000 supermercati sa vendessero una bottiglia di vino al giorno in un anno smercerebbero oltre 60.000.000 di bottiglie l’anno. Proviamo ad immaginare quanti milioni di bottiglie vengono distribuite dalla grande distribuzione. Nonostante ciò ci fanno estirpare i vigneti. C’è qualcosa che non suona.Lo "tsumani" che si sta abbattendo sui nostri vigneti, causerà danni incalcolabili per tutto il comparto e nessuno non sta facendo e farà niente per evitarlo. In un mio recente intervento sul tema "la politica di domani". ho sottolineato in modo ironico il cambiamento della sociologia tra la prima e la seconda repubblica.

Perchè il vino non diventi un simulacro, destinato a consumatori abbrutiti, ora più che mai schiacciati da eventi finanziari che allo tsunami normativo e produttivo aggiungono quello finanziario. La crisi economica globale, con la pesante recessione che annuncia tempi di grandi difficoltà nei consumi e nelle esportazioni, deve essere motivo di riflessione e di ritrovata fiducia in quello che è il solo baluardo, la qualità".

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