Di Paolo Pellicciari
L'Europa?
Ma quale Europa!
Questo articolo è stato
ispirato dalla trasmissione di Lucia Annunziata in “Mezzora”
ospite l'on. Franco Bassanini. Nell'intervista, Bassanini ha
dichiarato che l'Italia ha versato “decine e decine di miliardi di
Euro per sostenere le disastrate casse di Spagna, Grecia, Portogallo
e Irlanda. La questione mi ha fatto saltare dalla sedia,
domandandomi, ho capito bene? Nel dubbio ho riascoltato l'intervista
e sono caduti tutti i mie dubbi. Avevo capito bene.
La notizia meritava di
certo un approfondimento per la sua incredulità. Possibile? Ma come!
Ci dicono che stiamo nel bel mezzo di una crisi, dove noi cittadini
siamo costretti ad una “oppressione” fiscale senza eguali, I
piccoli imprenditori si suicidano, i “morosi” vengono espropriati
dei loro beni, in sintesi stiamo nel pieno di una “catastrofe
economica”, nonostante ciò, si esborsano “decine e decine” di
miliardi di Euro per sostenere le economie del “PIGS”?
(Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna).
Nell'occasione sono stati
sottoscritti Contratti milionari, in alcuni casi segreti e senza
concorso, con l'avallo dalla Troika per i Paesi Piigs? E’ quanto
sostiene il nuovo rapporto Observator Ue, secondo cui tra la Troika e
società privata per le consulenze dei memorandum di Grecia, Cipro,
Spagna Irlanda e Portogallo. Sarebbero intercorsi rapporti
professionali per 80 milioni di euro. (ndr) Le società finanziarie
in questione, hanno fornito consulenza per salvare i Paesi che in
passato hanno seguito programmi di memorandum fiscali con procedure
non trasparenti e senza alcuna garanzia onorate con cifre enormi.
Si legge nel rapporto che
le aziende di consulenza finanziaria, hanno svolto un ruolo centrale
nei salvataggi della zona euro e “sono a carico dei contribuenti di
Cipro, Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna per più di 80 milioni”.
Molto spesso la Troika consigliava agli Stati queste società al fine
di stabilire quanto denaro era necessario per i paesi o ad
appannaggio delle banche per evitare il fallimento. Citate la
BlackRock, la Alvarez & Marsal, la Pimco e Oliver Wyman. Le
“Scatole Cinesi” dell'Economia Europea. La loro esperienza
“indipendente” è stata quindi utilizzata dalla Troika (Fmi, Bce
e Ue) senza una gara pubblica e con il dubbio di potenziali conflitti
di interesse, derivanti da collegamenti a fondi di investimento e
altri fornitori di servizi finanziari. Oltre, a noti studi legali,
figurano anche società contabili come Deloitte, Ernst & Young,
KPMG e Pricewaterhouse Coopers (PwC).
Il sistema bancario ha
affibbiato ai cittadini europei uno “sganassone” da oltre 500
miliardi di € per sanare le dissennate perdite economiche degli
stati indebitati. Non solo, ma anche con lo spettro del prelievo
forzoso dai risparmi dei cittadini. Poi ci si lamentano degli
“euroscettici” o antieuropeisti.
Approfondendo l'argomento
rimango con un interrogativo senza risposta chi sono i soggetti
indebitati gli Stati o Banche?
Le
nazioni dell' Eurotower , (la sede della BCE)
stanno pagando a caro prezzo il salvataggio dei paesi al limite della
“banca rotta”. E' costato caro ai membri della U.E. il
salvataggio dei paesi dell'area “Pigs” (Portogallo, Irlanda,
Grecia, Spagna) all'Italia spetterà una quota di circa 50
miliardi di Euro tramite EFSF. (Fondo
Europeo di Stabilità Finanziaria) creato dagli Stati membri
dell'area dell'euro in seguito alle decisioni prese il 9 maggio 2010
nell'ambito del quadro del Consiglio Ecofin . Il mandato del EFSF è
quello di salvaguardare la stabilità finanziaria in Europa, fornendo
assistenza finanziaria a Stati membri dell'area dell'euro , nel
quadro di un programma di aggiustamento macroeconomico .
Per compiere
la sua missione , EFSF emette obbligazioni o altri strumenti di
debito sui mercati dei capitali . I proventi di queste questioni
vengono poi dati in prestito a paesi nell'ambito di un programma . L'
EFSF può anche intervenire sui mercati obbligazionari primari e
secondari , agire sulla base di un programma e di finanza cautelari
ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie attraverso prestiti
ai governi.
Il governo
italiano, (ndr) stima di concedere finanziamenti a favore della
Grecia, del Portogallo e dell'Irlanda per circa 29,5 miliardi di Euro
erogati dall' EFSF.
L'ultima
quota versata risale a maggio, quando Il
Sole 24 Ore riportò
che l'Italia aveva contribuito all'Esm
- European Stability
Mechanism, meglio
conosciuto come Fondo
Salva Stati - con
circa 2,8 miliardi di euro. Cifra che si andava ad aggiungere ai
40 miliardi
di euro già versati durante il governo Monti, tra il 2011 e il 2012.
A
l'Esm, l'Italia ha versato circa 60 miliardi di euro. Una
somma che l'Italia ha versato in questo fondo
finanziario europeo
per garantire la stabilità finanziaria dell'Eurozona. Uno strumento
di sostegno ai paesi membri in difficoltà
finanziaria che
elargisce fino a 500 miliardi di euro. Ovviamente, non a fondo
perduto: la restituzione si accompagna ad una serie di manovre, tagli
e riforme che vanno sotto il nome di austerity.
Secondo
i dati della Banca d'Italia, la quota che l'Italia deve ancora
versare prevede probabilmente altri 20
miliardi già versati,
più altri 20 nel 2014, stando agli impegni previsti con l'Europa
attraverso le modifiche al Trattato di Lisbona. Una liquidità che
l'Italia raccoglie principalmente tramite emissione
di BTP o altri
titoli a medio-lungo termine, vendendo cioè i titoli di Stato a
prezzi di mercato.
Un'operazione finanziaria
ad altissimo rischio, gli euro versati dall'Italia per intervenire
tempestivamente sulla situazione di Grecia, Portogallo e Irlanda,
potrebbe risultare un investimento finanziario in perdita in caso di
“fallimento” del paese “aiutato”. Quali garanzie ha l'Italia
per il buon esito del finanziamento? Come si fa a dare un prestito
quando risultano sconosciute le cause del dissesto finanziario, nella
fattispecie greco? Richiamo l'attenzione dei lettori ricordando un
episodio: una giornalista greca ha chiesto alla BCE di conoscere le
ragioni del debito greco. La BCE nega l'informazione. La giornalista
fa ricorso alla Corte di Giustizia Europea che respinge il ricorso di
fatto il popolo greco, non può conoscere le ragioni del debito. Mi
domando come fa uno stato a finanziare un dissesto non conoscendone
le ragioni.
Quello che è più
scioccante è il silenzio dei Deputati Europei, dei giornalisti
Greci, e di tutto il Parlamento Europeo. Mi sarei aspettato il
“finimondo” invece tutto tace. “A papà! Quando arriviamo in
America? Zitto e Nuota!”
Sono curioso di sapere il
quale “tomo” di Economia, c'è scritto che un “soggetto”
indebitato fino al collo contrae un altro debito per aiutare un altro
soggetto a rischio “fallimento”?
La crisi europea? Un conto alla rovescia sempre più
drammatico, data l’insostenibilità del sistema ormai al centro
delle attenzioni degli economisti indipendenti di tutto il mondo, ma
non c’è pericolo che l'argomento venga affrontato in modo serio
dai nostri media. Non ne parla nessuno: né Confindustria, né i
Sindacati il silenzio “rumoroso” della politica: Letta, Alfano,
Cicchitto Quagliariello, Epifani e Renzi. Nessuno di loro ha mai
osato neppure porre ufficialmente il problema, cristallizzato in
forma di “feticcio” dal dogma indiscutibile. Si ha la sensazione
che la politica stia agli “ordini” di Bruxelles e Francoforte a
cui bisogna semplicemente obbedire. In cambio, la “piccola”Casta
Italiana” si consola con “contentini” nella misura della sua
dimensione evitando di intavolare un vero dibattito su come salvare
il l'italia. Nessuno pensa ad una eventuale scialuppa di salvataggio
adottando la procedura di
“DEBITO DETESTABILE”
(n.d.r.)“Il
concetto di “Debito Detestabile” costituisce un precedente
giuridico importantissimo, in quanto legalmente già usato proprio
dagli stessi Stati Uniti nel 1898, al momento del conflitto
ispano-cubano che portò alla annessione di Cuba, per rifiutarsi di
pagarne il precedente debito pubblico da essa contratto col regime
coloniale Spagnolo. “Detestare” il debito e rifiutarsi di
sottostare al cappio fraudolento del suo pagamento è quindi cosa
fattibile e del tutto lecita, una volta dimostrata la completa
illegittimità di un Debito di cui i cittadini non sono responsabili:
il Diritto Internazionale offre diversi strumenti a tal fine, uno dei
quali è appunto la nozione di debito detestabile. Debito Pubblico
che è dunque possibile dichiarare “detestabile” se esistono le
condizioni atte a soddisfare i tre requisiti giuridici di seguito
esposti:
1) Il
governo del Paese deve aver conseguito il prestito senza che i
cittadini ne fossero consapevoli e senza il loro consenso.
2) I
prestiti devono essere stati utilizzati per attività che non hanno
portato benefici alla cittadinanza nel suo complesso.
3) I
creditori devono essere al corrente di questa situazione, e
disinteressarsene.”
E’
compito di tutti
Nella
scala che porta alla risoluzione di un problema il primo gradino è
la consapevolezza della sua esistenza.
“Procedura
Impossibile”. Con il Governo “dell'incompatibilità” con una
considerevole rappresentanza “bancaria”, sarà difficile trovare
soluzioni appropriate per risolvere i problemi economici dei
cittadini europei. L'Italia, ha bisogno di Statisti che interpretino
il volere dei cittadini. Quello di vivere decorosamente e
pacificamente.
02/04/2014
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