Di Paolo Pellicciari
E' POSSIBILE CHE
PAGANO SEMPRE GLI ONESTI PER IL DISONESTI?
Quando si da
credito alle persone sbagliate.
Non c'è dubbio che
abbiamo a che fare con una classe politica poco attenta alle
problematiche dei cittadini. Gli italiani stanno attraversando un
brutto periodo dovuta a tutta una serie di provvedimenti economici
che hanno caratterizzato gli ultimi quaranta anni. Come si usa dire
stiamo alla frutta, per me stiamo all'ammazza caffè. Stiamo nel
centro di una crisi di cambio di sistema politico che coinvolge di
riflesso l'economia, non solo italiana, ma anche in europea.
Gli eventi, si susseguono
così veloci che è difficile stargli dietro.
Molte reti televisive, ci
danno l'opportunità di assistere a dibattiti con tematiche politico
economiche, ove i protagonisti, si azzuffano verbalmente su
argomentazioni trite e ritrite che non ci danno la possibilità di
seguire, con la complicità dei moderatori, che sovente, si fann le
domande e si danno le risposte. Una sorta di concerto no stop per
“trombe e tromboni”.
Certo la nostra classe
politica non brilla per creatività politica, ho la sensazione, di
ascoltare “marionette” che parlano per voce di un “ventriloquo”.
Ci sono molti politici,
che vantano credenziali che non hanno, come una moltitudine di
dottori “raccomandati” o ancor peggio, hanno fatto domanda per il
titolo accademico, su carta filigranata colorata. Come ci sono
“incompetenti” con riconoscimenti prestigiosi e una certa
quantità di economisti che non possiedono qualifiche formali. In
conclusione, producono solo ARIA FRITTA.
Se poi, in un dibattito,
qualcuno dimostra di conoscere la materia e argomenta in modo
compiuto, gli “imbecilli” gli si coalizzano contro. In una
società dove ancora regna la “presunzione” evidenziata con la
frase “LEI, NON SA CHI SONO IO” è tutto dire.
Dum Romae
Consulitur, Saguntum expugnatur
Certo,
quanto detto, favorisce la speculazione, orfana di un potere
esecutivo e di controllo condizionante la vita economica e i suoi
risvolti sociali. Ci sono circa 20 Banche che potrebbero diventare
“padrone” del nostro futuro, con la possibile connivenza della
politica.
Prendiamo
il caso della banca giapponese di Nomura, su di loro pende i sospetto
di aver ristrutturato Monte Paschi Siena con i derivati “Alexandria”
che avrebbe permesso alla banca senese di occultare perdite per circa
220 milioni di euro. Stesso sospetto su Deutsche Bank che con
l'operazione “Santorini” avrebbe aiutato M.P.S. Ad alleggerire
una perdita di 367 milioni di euro.
Non
ci è dato di sapere, come stanno esattamente le cose, ma se
dovessero emergere reati perseguibili penalmente, le eventuali
condanne non andrebbero scontate carcere, ma dovrebbero essere
commutata alla “pena” della “gogna” da allestita a Piazza del
Campo per riscattare l'umiliazione subita dai Senesi. Quando
succedono certe cose, chi le fa, dovrebbe pensare che si perde
autorità morale, ferisce l'orgoglio dei dipendenti in prima linea
nelle agenzie, si tradisce la fiducia dei risparmiatori e il credito
internazionale nei confronti di una banca storica come Monte Paschi.
Cui prodest?
Certo,
non si può fare a meno di constatare, come lo Stato Italiano, sotto
la mole del debito pubblico, finisca di essere facilmente ricattato
dai maggiori centri del potere finanziario del mondo.
Qualcuno,
comincia a scrivere, riferito al sistema bancario, “Associazione
a delinquere di stampo bancario”. La Commissione Europea, apre
un'inchiesta sul tasso Euribor: sospetti di manipolazione da parte di
una dozzina di banche coinvolte: Barclays, Deutsche Bank, Crédit
Agricol, Sociètè Gènarale e HSBC. Si profila il bis del
Libor-Gate? La manipolazione dei tassi costò a Barclays una multa di
453 Milioni di dollari. Tenedo conto che il tasso interbancario è
fissato da 50 istituti di credito.
Si può parlare di
“Usura”?
Veniamo
alla Grecia, per pagare il suo debito ha dovuto vendere 70.000 Asset
Pubblici. La Grecia sta atuando un programma di dismissioni
immobiliari, e non solo. Il governo greco prevede la cessione di
70mila asset real estate di proprietà pubblica per un valore
complessivo che si aggira intorno ai 25 miliardi di €. Tra gli
asset immobiliari ci sono diverse tipologie di proprietà in città e
fuori sopra i mille metri quadri. Un area turistica da sviluppare a
Corfù, inoltre un programma per far ripartire il paese, di 28
progetti di dismissioni nei diversi settori dell'economia. I
progetti riguardano aree di sviluppo immobiliare, società
partecipate dallo Stato, tra cui Poste e Lotteria, infrastrutture,
come porti, aeroporti e marine. Manca solo il Partenone.
Ricordo,
a tal proposito, un episodio accaduto ad una giornalista Greca.
Nell'agosto del 2010, la giornalista, Gabi Thsing, del quotidiano
economico BLOOMBERG, chiese alla Banca Centrale Europea, l'accesso a
due documenti relativi ad operazioni condotte fuori borsa sui titoli
del debito pubblico Greco. La richiesta fu respinta dalla Banca
Centrale, costringendo la tenace giornalista a fare ricorso alla
Corte Europea di Giustizia per vedere accolta la sua richiesta. Nulla
di fatto, la Corte (Sentenza
nella causa T-590/10, Gabi
Thesing e Bloomberg Finance LP / BCE) respinge il ricorso. Di seguito
l'estratto del comunicato stampa della Corte. “
Il
Tribunale ritiene che la BCE non abbia commesso un errore manifesto
di valutazione considerando che la divulgazione del documento avrebbe
arrecato un pregiudizio effettivo e concreto nell'interesse pubblico
per quanto riguarda la politica economica dell'Unione e della
Grecia”.
Non
voglio annoiarvi, disquisendo sul diritto europeo, ma credo che la
sentenza sia “restrittiva” nei confronti della “Decisione
2004/258/CE della Banca Centrale Europea, del 4 marzo, relativo
all'accesso al pubblico ai documenti della BCE (GUL 80, pag 42)
“Questo
a dire, che i cittadini Greci si trovano a vivere una catastrofe
economica, con la complicità del silenzio mediatico, senza sapere il
perché”.
Se la Grecia piange,
Cipro non ride
Se Cipro è un modello per tutti, prepariamoci al peggio: possibile una patrimoniale choc.
Per salvarsi dalla bancarotta, Cipro tassa tutti i conti correnti del paese. Un prelievo forzoso, una tassa «una tantum» sui depositi del 6,75% per somme fino a 100.000 euro, e del 9,9% oltre questa cifra. Il paese è in bancarotta, le casse dello Stato sono ormai vuote ed è questo il prezzo che l'Unione Europa ha chiesto, in cambio di un “po'” di ossigeno, un prestito da 10 miliardi di euro.
La banca di Cyprus ha
fissato al 37,5% il prelievo forzoso sui conti oltre i 100 mila euro
presso il proprio istituto. Lo ha annunciato la tv statale cipriota,
poche ore dopo la revoca, da parte della Banca centrale di Cipro,
delle restrizioni sui pagamenti domestici con carte di credito.
Saltano anche gli
interessi - La misura, che sarà annunciata ufficialmente
sabato, secondo alcune fonti dovrebbe prevedere una 'tassa' del 37,5%
sui maxi conti, ma il valore sarà convertito in azioni della banca.
La stangata tuttavia sarebbe ancor più indigesta perché anche sul
restante 62,5% potrebbe scattare il rischio di 'non fruttare': la
misura comporterebbe infatti il non pagamento degli interessi su una
quota del 22,5% del conto e la regolare corresponsione della rendita
sul restante 40%, ma solo in caso di buon andamento dei conti della
Banca.
Il caso del povero
John Demetriou,
Come va John? Molto
Male, Molto, Molto Male.
Che ti è successo?
Sono andato a letto benestante e mi sono risvegliato povero.
Ho
65 anni, dice, John Demetriou, asciugandosi le lacrime, Mi hanno
prelevato tutti i miei soldi.
John
è un cipriota emigrato in Australia, tornato a Cipro, per
trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Un lavoratore
instancabile, lavorava tutta la settimana risparmiando su tutto, pur
di farsi un gruzzoletto per la vecchiaia. Era tornato 5 anni fa a
Cipro con un gruzzolo di circa in milione di dollari che gli
rendevano tanto da fare una vita decorosa. Era quello che aveva
sempre sognato. Ma la decisione di prelevare forzatamente i soldi dai
conti in banca erano rimasti solo 100.000 €.
Tanto
fu il suo scrupolo, che si era recato a parlare con il direttore
della banca per chiedere se i suoi soldi stessero al sicuro. Il
Direttore lo rassicurò, stai tranquillo, non ci sono problemi. (per
lui, ma non per il povero John). Che si è visto assottigliare i suoi
risparmi in modo traumatico.
John
si è domandato:
E'
POSSIBILE CHE PAGA SEMPRE L'ONESTO PER IL DISONESTO?
MA
E' ONESTO, CON LA SCUSA DEL DEBITO PUBBLICO SIA LECITO SCAMBIARE
“CARTA” IN CAMBIO DI ASSET?
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