Di
Paolo Pellicciari
Papa
Francesco, nei suoi interventi, ha delineato il futuro dei cattolici
percorrendo la strada tracciata dal Concilio Vaticano II. Povertà,
Povertà, Povertà
Evito
di ripetere gli esiti del Concilio che, ancora oggi sono motivo di
discussione, ma di certo sta conducendo le “greggi” verso pascoli
aridi. Vorrei citare una frase attribuita a Paolo VI, che da la
misura del suo giudizio sulle conclusioni del Concilio. “ Si
credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per
la storia della Chiesa. E' venuta invece una giornata di nuvole e di
tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza”.
A
partire dalla “Rerum Novarum” si sono succedute altre encicliche,
quali, Pacem in Terris, di Papa Giovanni XXIII, La Populorum
Progressio di Paolo VI, del 1967 Enciclica Post Conciliare la prima
con finalità extraeuropea del magistero sociale del papato, mettendo
al centro il principio dell'universalità.
L'Enciclica
Caritas in Veritates, di Benedetto XVI, apre una finestra sul mondo,
sull'unità del genere umano, e sull'ecumenismo inter-religioso, in
un mondo in via di globalizzazione ormai irreversibile. L'Enciclica,
esorta il cristianesimo ad affrontare le sfide planetarie del Terzo
Millennio, con le migrazioni, le comunicazioni, l'economia globale,
la difesa dei popoli dal capitalismo predatorio, centralista e
monopolista. Non si capisce perchè abbiamo a che fare con un
“capitalismo sempre più centralista e predatorio”.
In
questa prospettiva, l'enciclica si propone di offrire una nuova
sintesi umanistica e gli elementi etici e culturali per una nuova
capacità progettuale, di cui i cristiani dovrebbero farsi carico se
non vogliono farsi tagliare dalla storia e ridursi a setta.
Vale
la pena però, di osservare subito che l'enciclica si fa determinare
allo stesso tempo, da un dato invasivo e imprescindibile di questa
mappa storica contemporanea e cioè, dalla crisi finanziaria che va
sconvolgendo gli equilibri del pianeta.
A
quanto è dato di sapere dalle fonti ufficiali, il principale
consulente di di Benedetto XVI, per l'enciclica sociale è stata
precisamente la crisi economica finanziaria che ha funestato il
sistema capitalistico globale a partire dal 1998. Secondo
informazioni di fonte interna alla commissione, furono in particolare
le catastrofi finanziarie in particolare quella della Lehman Brothers
nel settembre del 2008 a cancellare le ultime proposte di compromesso
e a sgombrare il campo a cambiamenti di prospettiva.
C'è
da domandarsi, a distanza di quattro anni dall'inizio della crisi
finanziaria, che non sia stata una strategia per concentrare le
ricchezze del mondo in pochi gruppi economici o statalismi
capitalistici?
Ai
giorni di papa Montini, il processo di socializzazione era poco più
che agli inizi, mentre oggi, dopo il crollo dei sistemi economici e
politici dei paesi comunisti dell'est e dopo la fine dei blocchi
contrapposti, il fenomeno della globalizzazione ha subito una forte
accelerazione e impone una riprogettazione totale sul cammino di
sviluppo mondiale. Ma quale sviluppo? Sento parlare sempre più
insistentemente di Decrescita Felice, di Povertà, di Disoccupazione,
di Fallimenti, di Miseria, di “Oppressione” Fiscale, di Suicidi e
così via. Mi viene il sospetto che il debito pubblico sia un “alibi”
per aumentare la pressione fiscale nei confronti dei cittadini, fino
all'insolvenza. Mi domando come si fa a pagare un debbito pubblico
così elevato, quando si fa di tutto per fermare l'economia della
nazione? Quello che si avverte in modo palese, è il clima di terrore
che vivono i cittadini italiani, alle prese con una economia che li
potrebbe ridurre a livello di “barboni”. Anni di sacrifici di
risparmi stanno andando in fumo a causa di un'incapace classe
politica, condizionata da una condizionata da pochi potentati
economici che attuando la filosofia della “deprivatizzazione” si
stanno accaparrando le risorse economiche dei cittadini su base
planetaria.
Ricordo,
a tal proposito, un episodio accaduto ad una giornalista Greca.
Nell'agosto
del 2010, la giornalista, Gabi Thsing, del quotidiano economico
BLOOMBERG, chiese alla Banca Centrale Europea, l'accesso a due
documenti relativi ad operazioni condotte fuori borsa sui titoli del
debito pubblico Greco. La richiesta fu respinta dalla Banca Centrale,
costringendo la tenace giornalista a fare ricorso alla Corte Europea
di Giustizia per vedere accolta la sua richiesta. Nulla di fatto, la
Corte (Sentenza
nella causa T-590/10, Gabi
Thesing e Bloomberg Finance LP / BCE)
respinge
il ricorso. Di seguito l'estratto del comunicato stampa della Corte.
“
Il
Tribunale ritiene che la BCE non abbia commesso un errore manifesto
di valutazione considerando che la divulgazione del documento avrebbe
arrecato un pregiudizio effettivo e concreto nell'interesse pubblico
per quanto riguarda la politica economica dell'Unione e della
Grecia”.
Non
voglio annoiarvi, disquisendo sul diritto europeo, ma credo che la
sentenza sia “restrittiva” nei confronti della “Decisione
2004/258/CE della Banca Centrale Europea, del 4 marzo, relativo
all'accesso al pubblico ai documenti della BCE (GUL 80, pag 42)
“Questo
a dire, che i cittadini Greci si trovano a vivere una catastrofe
economica, con la complicità del silenzio mediatico, senza sapere il
perché”.
Ma
che cosa è deprivatizzazione ? La deprivatizzazione – è un
ritorno delle proprietà dei cittadini allo stato o a centri di
potere designati. Nella fattispecie, si “perde” proprietà di un
appartamento, di una azienda, di un podere, ecc. ecc. così, si perde
la capacità di vendere, scambiare donare o lasciarlo in eredità.
In sintesi si va verso un regime “Comunionista” il “passo
successivo” al “Compromesso Storico”.
Negli
ultimi anni, si è assistito ad una crescente “deprivatizzazione”
della religione, che ha portato diverse tradizioni religiose in tutto
il mondo ad acquisire spazio fuori della sfera privata e di quella
pubblica. Quattro percorsi in apparenza indipendenti, quasi
contemporanei, che hanno proiettato le religioni nell'area pubblica:
la rivoluzione islamica in Iran, il movimento Solidarnosc in Polonia,
il coinvolgimento del cattolicesimo nella rivoluzione sandinista, e
in altri conflitti politici latinoamericani e il prepotente risveglio
del fondamentalismo protestante negli Stati Uniti. Il terzo
millennio, vede protagoniste le istituzioni religiose confrontarsi
sempre più spesso in modo conflittuale con le forze politiche,
sociali e culturali dominanti, incrinando la pretesa neutralità
dello Stato sul piano dei valori e nella distinzione tra etica
pubblica, ed etica privata. Stiamo forse andando verso una nuova
epoca, in cui le religioni sfideranno le legittimità e l'autonomia
di sfere secolari primarie, come l'Autonomia dello Stato e la Libera
Economia? In sintesi quale futuro?
Nessun commento:
Posta un commento