venerdì 5 aprile 2013

FRANCESCO, UN PAPA POST CAPITALISTA

Di Paolo Pellicciari
Papa Francesco, nei suoi interventi, ha delineato il futuro dei cattolici percorrendo la strada tracciata dal Concilio Vaticano II. Povertà, Povertà, Povertà
Evito di ripetere gli esiti del Concilio che, ancora oggi sono motivo di discussione, ma di certo sta conducendo le “greggi” verso pascoli aridi. Vorrei citare una frase attribuita a Paolo VI, che da la misura del suo giudizio sulle conclusioni del Concilio. “ Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E' venuta invece una giornata di nuvole e di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza”.
A partire dalla “Rerum Novarum” si sono succedute altre encicliche, quali, Pacem in Terris, di Papa Giovanni XXIII, La Populorum Progressio di Paolo VI, del 1967 Enciclica Post Conciliare la prima con finalità extraeuropea del magistero sociale del papato, mettendo al centro il principio dell'universalità.
L'Enciclica Caritas in Veritates, di Benedetto XVI, apre una finestra sul mondo, sull'unità del genere umano, e sull'ecumenismo inter-religioso, in un mondo in via di globalizzazione ormai irreversibile. L'Enciclica, esorta il cristianesimo ad affrontare le sfide planetarie del Terzo Millennio, con le migrazioni, le comunicazioni, l'economia globale, la difesa dei popoli dal capitalismo predatorio, centralista e monopolista. Non si capisce perchè abbiamo a che fare con un “capitalismo sempre più centralista e predatorio”.
In questa prospettiva, l'enciclica si propone di offrire una nuova sintesi umanistica e gli elementi etici e culturali per una nuova capacità progettuale, di cui i cristiani dovrebbero farsi carico se non vogliono farsi tagliare dalla storia e ridursi a setta.
Vale la pena però, di osservare subito che l'enciclica si fa determinare allo stesso tempo, da un dato invasivo e imprescindibile di questa mappa storica contemporanea e cioè, dalla crisi finanziaria che va sconvolgendo gli equilibri del pianeta.
A quanto è dato di sapere dalle fonti ufficiali, il principale consulente di di Benedetto XVI, per l'enciclica sociale è stata precisamente la crisi economica finanziaria che ha funestato il sistema capitalistico globale a partire dal 1998. Secondo informazioni di fonte interna alla commissione, furono in particolare le catastrofi finanziarie in particolare quella della Lehman Brothers nel settembre del 2008 a cancellare le ultime proposte di compromesso e a sgombrare il campo a cambiamenti di prospettiva.
C'è da domandarsi, a distanza di quattro anni dall'inizio della crisi finanziaria, che non sia stata una strategia per concentrare le ricchezze del mondo in pochi gruppi economici o statalismi capitalistici?
Ai giorni di papa Montini, il processo di socializzazione era poco più che agli inizi, mentre oggi, dopo il crollo dei sistemi economici e politici dei paesi comunisti dell'est e dopo la fine dei blocchi contrapposti, il fenomeno della globalizzazione ha subito una forte accelerazione e impone una riprogettazione totale sul cammino di sviluppo mondiale. Ma quale sviluppo? Sento parlare sempre più insistentemente di Decrescita Felice, di Povertà, di Disoccupazione, di Fallimenti, di Miseria, di “Oppressione” Fiscale, di Suicidi e così via. Mi viene il sospetto che il debito pubblico sia un “alibi” per aumentare la pressione fiscale nei confronti dei cittadini, fino all'insolvenza. Mi domando come si fa a pagare un debbito pubblico così elevato, quando si fa di tutto per fermare l'economia della nazione? Quello che si avverte in modo palese, è il clima di terrore che vivono i cittadini italiani, alle prese con una economia che li potrebbe ridurre a livello di “barboni”. Anni di sacrifici di risparmi stanno andando in fumo a causa di un'incapace classe politica, condizionata da una condizionata da pochi potentati economici che attuando la filosofia della “deprivatizzazione” si stanno accaparrando le risorse economiche dei cittadini su base planetaria.
Ricordo, a tal proposito, un episodio accaduto ad una giornalista Greca. Nell'agosto del 2010, la giornalista, Gabi Thsing, del quotidiano economico BLOOMBERG, chiese alla Banca Centrale Europea, l'accesso a due documenti relativi ad operazioni condotte fuori borsa sui titoli del debito pubblico Greco. La richiesta fu respinta dalla Banca Centrale, costringendo la tenace giornalista a fare ricorso alla Corte Europea di Giustizia per vedere accolta la sua richiesta. Nulla di fatto, la Corte (Sentenza nella causa T-590/10, Gabi Thesing e Bloomberg Finance LP / BCE) respinge il ricorso. Di seguito l'estratto del comunicato stampa della Corte. Il Tribunale ritiene che la BCE non abbia commesso un errore manifesto di valutazione considerando che la divulgazione del documento avrebbe arrecato un pregiudizio effettivo e concreto nell'interesse pubblico per quanto riguarda la politica economica dell'Unione e della Grecia”.
Non voglio annoiarvi, disquisendo sul diritto europeo, ma credo che la sentenza sia “restrittiva” nei confronti della Decisione 2004/258/CE della Banca Centrale Europea, del 4 marzo, relativo all'accesso al pubblico ai documenti della BCE (GUL 80, pag 42)Questo a dire, che i cittadini Greci si trovano a vivere una catastrofe economica, con la complicità del silenzio mediatico, senza sapere il perché”.
Ma che cosa è deprivatizzazione ? La deprivatizzazione – è un ritorno delle proprietà dei cittadini allo stato o a centri di potere designati. Nella fattispecie, si “perde” proprietà di un appartamento, di una azienda, di un podere, ecc. ecc. così, si perde la capacità di vendere, scambiare donare o lasciarlo in eredità. In sintesi si va verso un regime “Comunionista” il “passo successivo” al “Compromesso Storico”.
Negli ultimi anni, si è assistito ad una crescente “deprivatizzazione” della religione, che ha portato diverse tradizioni religiose in tutto il mondo ad acquisire spazio fuori della sfera privata e di quella pubblica. Quattro percorsi in apparenza indipendenti, quasi contemporanei, che hanno proiettato le religioni nell'area pubblica: la rivoluzione islamica in Iran, il movimento Solidarnosc in Polonia, il coinvolgimento del cattolicesimo nella rivoluzione sandinista, e in altri conflitti politici latinoamericani e il prepotente risveglio del fondamentalismo protestante negli Stati Uniti. Il terzo millennio, vede protagoniste le istituzioni religiose confrontarsi sempre più spesso in modo conflittuale con le forze politiche, sociali e culturali dominanti, incrinando la pretesa neutralità dello Stato sul piano dei valori e nella distinzione tra etica pubblica, ed etica privata. Stiamo forse andando verso una nuova epoca, in cui le religioni sfideranno le legittimità e l'autonomia di sfere secolari primarie, come l'Autonomia dello Stato e la Libera Economia? In sintesi quale futuro?

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