lunedì 18 febbraio 2013

LA PROPRIETA' PRIVATA? UN'ILLUSIONE!


Di Paolo Pellicciari

L'articolo 42 della Costituzione recita: “la proprietà privata può essere, espropriata nei casi previsti dalla legge, salvo indennizzo, per motivi di interesse generale”. In un sistema fondato sulla “solidarietà economica e sociale” e all'uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini. La garanzia costituzionale, quindi, strettamente legata alla funzione sociale della proprietà, di cui il legislatore può limitare, conformare ed incidere sul destino o l'uso del bene. La funzione sociale, nel dettato costituzionale, deve trovare fondamento nella legge, che si delinea, con riferimento alla proprietà quale principio di ordine generale. Giunti a questo punto, con riferimento alla proprietà, la tutela del cittadino è subordinata all'interesse pubblico, il legislatore può confermare o revocare tale diritto. Una sorta di Stato “padrone”.
Di conseguenza, deve essere la legge a determinare i modi di acquisto di un bene, come il godimento e la revoca. La proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale.
Tuttavia, il concetto di proprietà è stato disatteso, sia dalla dottrina, che da coloro che hanno condiviso la formula pluralistico - sociale della proprietà.
La casa è un diritto! Noi italiani, preferiamo avere una casa di proprietà, tenendo presente che pagare un mutuo o un affitto è la stessa cosa, partendo dal presupposto che tra trent'anni si diventerà proprietari, e lasciarla in “eredità” ad un figlio.
Secondo le statistiche ABI, il 62% delle aperture di credito, vengono richieste per un prestito ipotecario, finalizzato all'acquisto di un'abitazione. Molti cittadini, nonostante la crisi, cercano stabilità e certezza nella proprio nella “propria” abitazione.
Il giorno che si va dal Notaio e firmare l'atto di proprietà, ci si illude di essere diventati proprietari di “casa”, dal momento che ritiriamo le chiavi. Non è così. Proprietari di che? L'istituto di credito diventa di fatto del “debito”. Quando le persone accendono un mutuo per l'acquisto di una casa, non si rendono conto che “riconsegnano” le chiavi alla banca. Contratto un mutuo, l'acquirente firma una serie di clausole che creano di solito lo sbilanciamento netto a favore della banca e a proprio danno.
In tempo di crisi, come quello attuale, è facile correre il rischio di trovarsi nell'impossibilità di pagare le rate di un mutuo, del “doman non c'è certezza” . Tutti i contratti che leggiamo riportano tra le “postille” scritte in piccolo un articolo che recita: “.. il verificarsi di una delle ipotesi di cui all'articolo 1186 del Codice Civile, ivi compreso il prodursi di eventi tali da incidere negativamente sulla situazione patrimoniale, finanziaria od economica della parte mutuataria, costituisce decadenza del beneficio del termine”. Il significato è molto semplice, al verificarsi di dette condizioni, la banca può chiedere al cliente di rientrare subito del del debito residuo, più gli interessi delle rate non pagate. Quanti mutuatari si trovano in dette condizioni? Le cronache giornalmente ci informano sul grado della disoccupazione ormai giunto a livelli insopportabili, inoltre, “l'oppressione fiscale” comprime la possibilità di risparmio. E quindi? Gli pseudo “proprietari” di casa, non si stanno rendendo conto che possono perdere la loro abitazione?
E' mia convinzione, che la crisi è stata “progettata” per “espropriare” i cittadini dei propri beni, e delle risorse di cui dispongono, vedi oro, risparmi e così via. Un governo che ignora le condizioni di vita dei suoi governati o è incapace o è in malafede. Aumentare le rendite catastali, e introdurre “l'IMU” è significato far pagare ai “mutuatari” due volte il “canone” di locazione, uno per la banca e l'altro per il fisco. Due istituti, uno più “feroce” dell'altro, nei confronti dei morosi vittime di politiche economiche scellerate che da qualche tempo si stanno attuando. L'IMU, a mio avviso, è una tassa contro la proprietà di qualunque tipologia essa sia, compresi i beni strumentali ad uso artigianale, agricolo e industriale. Ecco perché la proprietà privata, degli “Italiani” è diventata un'illusione. Leggiamo tutti i giorni sui giornali, dell'accanimento fiscale, che subiscono i cittadini da parte degli istituti esattoriali, qualora, si incappi nei loro “ingranaggi”.. Spesso si rischia di veder sfumati anni di sacrifici a causa delle politiche economiche politico-ideologiche. La “crisi” economica sta generando una pletora di disoccupati che oltre perdere il lavoro, rischiano di perdere la famiglia, la dignità e in alcuni casi ridotti allo stato di “barboni”. Mi domando, ma dove sta la “solidarietà”, “l'equità”, i Partiti e i Sindacati, che hanno per finalità la tutela dei lavoratori? Anche la sinistra “estrema” perla di “Decrescita Felice” di Green Econimy ( le “verdi tasche” dei cittadini ). E' evidente che la politica di “sinistra” è di difficile “comprensione” e di interpretazione. Allora? Ho la sensazione che ci sia un disegno perverso ordito dai “seguaci” del “Dio Denaro” per “appropiarsi” dei beni dei cittadini.
Il paradosso, che il fisco “espropria” anche aziende creditrici dello Stato, rese inadempienti sul piano fiscale, per colpa di un Governo “moroso”. Evito di parlare dell'aumento del numero dei suicidi, dei fallimenti, che hanno raggiunto una cifra piuttosto sensibile nell'indifferenza della classe politica che, specie in questa campagna elettorale, si è trasformata in “ortolani urlatori” che richiamano i clienti in un mercato rionale.
Non c'è dubbio, che la politica economica, che dagli anni 70, si sta attuando in Italia, non solo sta generando una “catastrofe” economica, ma stiamo al contempo perdendo le Competenze Industriali frutto di anni di lavoro e di ricerca, complice, anche la speculazione dovuta alla delocalizzazione industriale. Per dirla alla Lubrano, “la domanda sorge spontanea”; Possibile che non si rendono conto, che le politica economica “comunionista” porta alla fame i popoli? “Hanno salvato l'Italia”, da che? Ma non si rendono conto che gli “stanno morendo gli italiani”? Già Carlo Magno diede la risposta ad una crisi finanziaria dell'epoca “aprendo i grani”.
Per chiarirci, cito una recente sentenza Della Corte di Giustizia Europea. Nell'agosto del 2010, la giornalista, Gabi Thsing, del quotidiano economico BLOOMBERG, chiese alla Banca Centrale Europea, l'accesso a due documenti relativi ad operazioni condotte fuori borsa sui titoli del debito pubblico Greco. La richiesta fu respinta dalla Banca Centrale, costringendo la tenace giornalista a fare ricorso alla Corte Europea di Giustizia per vedere accolta la sua richiesta. Nulla di fatto, la Corte (Sentenza nella causa T-590/10, Gabi Thesing e Bloomberg Finance LP / BCE) respinge il ricorso. Di seguito l'estratto del comunicato stampa della Corte. “ Il Tribunale ritiene che la BCE non abbia commesso un errore manifesto di valutazione considerando che la divulgazione del documento avrebbe arrecato un pregiudizio effettivo e concreto nell'interesse pubblico per quanto riguarda la politica economica dell'Unione e della Grecia”.
Non voglio annoiarvi, disquisendo sul diritto europeo, ma credo che la sentenza sia “restrittiva” nei confronti della “Decisione 2004/258/CE della Banca Centrale Europea, del 4 marzo, relativo all'accesso al pubblico ai documenti della BCE (GUL 80, pag 42) “Questo a dire, che i cittadini Greci si trovano a vivere una catastrofe economica, con la complicità del silenzio mediatico, senza sapere il perché”. Certo, si vive di sogni e di illusioni, purtroppo anche in Italia è cominciata la nuova tipologia urbanistica “Favelas”.

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