L'Asaps lancia l'allarme per la messa in sicurezza. In 10 anni 200mila i pedoni investiti
I passaggi pedonali devono urgentemente essere messi in sicurezza con una più attenta manutenzione della segnaletica orizzontale. Servono nuove strategie con innovativi sistemi di illuminazione (LED), con più frequenti passaggi a chiamata, e una campagna di sensibilizzazione sia verso i conducenti che verso i pedoni stessi, "ricordando fino allo sfinimento che ci si deve rendere il più visibili possibile, specie di notte e col maltempo, e che quando noi vediamo una macchina in arrivo, non è affatto detto che il conducente abbia visto noi".
A chiederlo, sottolineando la necessità di sanzioni frequenti per chi viola le regole, è l'Asaps, che cita i recenti dati ACI-Istat.
"Numeri folli", come li definisce l'Associazione, perché in pratica 57 pedoni al giorno vengono investiti e feriti, mentre 2 perdono la vita. E’ calcolato che 35 pedoni ogni 100.000 abitanti ogni anno finiscono sotto le ruote di un veicolo ed è significativo che il 35% è investito sugli attraversamenti pedonali, compreso il 25% di quelli che sono stati uccisi.
Il fenomeno, di fatto, sembra inarrestabile. In Italia negli ultimi 10 anni è come se fossero sparite intere città come Padova o Taranto (200.000 abitanti).
"Un esercito di fanti della strada decimato dalla frenesia della mobilità, dalla distrazione in servizio permanente effettivo, dalla velocitàsottostimata, dall’alcol e dalla droga efficaci ausiliari della mortalità stradale", ha scritto Giordano Biserni, presidente dell'Asaps.
Le principali vittime restano gli anziani: 368 (57%) avevano più di 65 anni (211 maschi 57% e 157 femmine 43%), mentre quasi la metà (50%) dei pedoni morti aveva più di 70 anni. Insieme a loro anche tanti bambini: 19 lenzuoli bianchi. In questo caso sono state le bambine a prevalere con 13 decessi, rispetto ai 6 dei maschi, e la fascia più colpita è quella cha va da 0 a 4 anni con 9 bambini morti. Anche fra i 20.640 pedoni feriti (+0,6%) prevalgono le femmine, con 11.142 ospedalizzazioni (54%) rispetto ai 9.498 feriti maschi (46%).
Le regioni che contano il maggior numero di investimenti di pedone sono nell’ordine la Lombardia con 3.835, il Lazio 2.542, la Toscana 1.771, l’Emilia Romagna 1.434, il Piemonte 1.408. Fra le province al primo posto negli investimenti c'è Milano (2.423), seguita da Roma (2.245), Genova (832), Torino (807), Firenze (680) e Napoli (587), mentre le città che contano il maggior numero di decessi sono Roma con 52 morti fra i pedoni, seguono a distanza Milano con 27, poi Napoli con 8, Bologna e Venezia con 7.
Basterebbe leggere i dati appena descritti per capire che quando si parla di passaggi pedonali servono le dovute attenzioni.
Non ci sono professionalità deputate alla soluzione di queste problematiche. Le variabili nel complesso delle problematiche relative alla conduzione del veicolo sono diverse. In primo luogo le condizioni psico fisiche del conducente, le condizioni meccaniche dal veicolo, lo stato di usura dell’impianto franante, e lo stato della superficie stradale.
I grafici sottostanti sono stati rilevati dagli atti della Commissione Pellicciari per valutare le decelerazioni veicolari in prossimità dei passaggi pedonali.
Come si può notare dal grafico n° 1 all’aumentare della velocità lo spazio di frenata aumenta con una proporzionalità quadratica (cioè se la velocità raddoppia, lo spazio di frenata quadruplica); quindi sarebbe opportuno aumentare la distanza di sicurezza, in modo che sia maggiore dello spazio di frenata, per evitare situazioni pericolose con rischio di incidenti. Con il grafico sottostante si misura la distanza per istallare i rallentatori di velocità in prossimità dei passaggi pedonali
Dal grafico, n° 2 si può notare, che lo spazio di frenata varia in modo inversamente proporzionale alla forza frenante applicata.
Quindi se l'efficienza dei freni diminuisce il veicolo tende a percorrere prima di fermarsi una distanza maggiore.
Nel piano nazionale della mobilità veicolare focalizza i passaggi pedonali con un grado di pericolosità e per mortalità.
Vediamo perché, in base agli spazi d’arresto di un veicolo:
Strada asciutta
Velocità 20 km 30 km 40 km 50 km 60km
t. reazione m 5,5 8,3 11 16,6 19
frenata m. 2 4,5 8 12 12,5
arresto m 7,5 12,8 19 26 34
Strada bagnata
arresto m 9,5 17,8 27 38,8 52
E’ chiaro il motivo dell’alta mortalità sui passaggi pedonali?
Vorrei ricordare a tutti che quando si parla di strada dobbiamo mettere al centro il cittadino.
Mi spiego meglio: se la strada è progettata male ci muore il cittadino di destra e di sinistra per cui la dialettica si deve svolgere su tematiche di ordine tecnico e non demagogico.
Il Regolamento di Attuazione del Codice della Strada (DPR 495/1992, come modificato dal DPR 610/96) all’Art. 179. (Art. 42 Cod. Str.) prescrive per i rallentatori di velocità al comma 5:
“I dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residences, ecc.; possono essere installati in serie e devono essere presegnalati. Ne è vietato l'impiego sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento”.
Vi ricordo a tutti che la strada è “assassina” e chi guida deve sapere e tenere ben presente che c’è un modo per salire in macchina, e tre per scendere. Ti fanno scendere perché sei morto, scendi in carrozzella, oppure con le proprie gambe.
Il fine settimana teatro delle stragi
Le strade in cui ci si scontra più spesso sono quelle urbane, teatro del 44% degli incidenti mortali.
Il mese più nero è luglio: quando la gente è in fila per le vacanze. In generale, nel corso dell’anno, giovedì e venerdì si sono rivelate le giornate con la maggior concentrazione di incidenti (33.414 e 33.349) e feriti (46.120 e 46.038).
Sabato invece è stato il giorno in cui sono morte più persone (708; 16,7% del totale); le 18 l’ora più critica (17.367 con 297 morti e 24.664 feriti), mentre tra le 22 e le 6 si sono verificati gli incidenti più pericolosi: 27.872 (12,9%) che hanno causato il decesso di 986 persone (23,3%) e il ferimento di altre 45.242 (14,7%).
Emergenza ciclisti
Le auto sono state la categoria di veicoli maggiormente coinvolta: 269.035, pari al 66,9% dei veicoli. Seguono 55.028 motocicli (13,7%), ciclomotori (6,6%) e biciclette (3,9%). L’indice di mortalità medio dei veicoli è stato pari a 0,9%, per motocicli e biciclette è stato più che doppio (1,9%).
Vi porto a conoscenza dei dati statistici sulla mortalità stradale e come potete constatare nelle aree urbane si deve porre più attenzione alla sicurezza stradale.
E’ necessario che l’attività sanzionatoria non deve riguardare solo gli utenti della strada ( automobilisti e così via ) ma anche gli Enti proprietari delle strade (statali, provinciale e comunali) dovrebbero essere penalizzati. Trovo ingiusto che un automobilista che supera i 50 km ora venga multato, e un Comune che “sbaglia” l’istallazione della segnaletica stradale con tutte la conseguenze del caso è immune da qualunque sanzione.
Concludo citando Andreotti, che in un libro scrisse: “la Legge è Uguale per Tutti” peccato che la scritta sia alle spalle del giudice.
Paolo Pellicciari 0 commenti
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