sabato 16 ottobre 2010

SANITA'! "MANCO ROMA SE SARVA"

Posti letto, così cambiano gli ospedali di Roma: I numeri del piano Polverini




Allegato D. Sono 140 pagine, all’interno del decreto 80 della presidente Renata Polverini per il riordino della rete ospedaliera, che riassumono quanto succede alla voce posti letto e reparti negli ospedali del Lazio. Fino ad oggi si è parlato molto dei 24 ospedali che saranno riconvertiti, tutti nell’hinterland e nelle altre province del Lazio, dei 2.800 posti letto che saranno tagliati; meno di come saranno riorganizzati gli ospedali romani.

In alcuni casi si potenzia, in altri si ridimensiona. Ci sono i 73 posti letto che perde il San Giovanni, i 158 del Gemelli, i 105 dell’Umberto I. Il subcommissario Morlacco ha spiegato che in molti casi si calcolano posti letto che non vengono utilizzati. Ma ci sono anche strutture con il segno positivo: i + 20 del Campus biomedico, i + 24 del Sant’Andrea, i + 46 di Tor Vergata.

Anche su Roma ci sono le prime mobilitazioni. Una delle più forti è quella del Cto, lo storico ospedale della Garbatella che perde oltre settanta posti letto, dove per oggi è prevista una fiaccolata contro il ridimensionamento della struttura che andrà a unificarsi, dal punto di vista amministrativo, con il Sant’Eugenio. Dipendenti e cittadini marceranno in un percorso che prevede anche il passaggio vicino al palazzo della Regione e al Cto. Sotto accusa, ricorda il presidente dell’XI Municipio, Andrea Catarci, la chiusura del «pronto soccorso, della Breve osservazione intensiva e lo spostamento della neurotraumatologia e dell’Unità Spinale stessa».

Ieri, invece, al San Filippo Neri c’è stata una inaugurazione: il nuovo padiglione D. Si tratta di un edificio di sette piani, 12 mila metri quadrati, 61 posti letto ordinari e 21 day ospital. A inaugurarlo c’era la presidente della Regione, Renata Polverini. Ha visitato la nuova struttura, costata 15 milioni di euro dove lavoreranno 175 persone, di cui 49 medici e oltre 100 infermieri. E’ stato in questa occasione che la Polverini ha spiegato che, di fatto, il piano consegnato martedì al tavolo interministeriale di valutazione non cambierà, anche in questi dieci giorni concessi per un confronto con i sindaci. Ha detto: «A chi manifesta voglio mandare un messaggio molto chiaro: non avranno la mia disponibilità a salvare ospedali che non lo sono più, perché se l’84 per cento dei ricoveri è per geriatria allora non sono più ospedali ma Rsa. Salveremo gli ospedali che fanno gli ospedali. Gli altri li trasformeremo in ospedali del territorio e nessuna mobilitazione potrà fermare questa opera di risanamento. E’ prioritario ottenere l’ok al piano di rientro, perché da esso, ha ricordato, dipende lo sblocco del turnover, lo stop all’innalzamento delle tasse (se accadrà le aziende scapperanno e le famiglie saranno sottoposte a una forte pressione fiscale), fondi Fas e la possibilità di realizzare strutture pubbliche. Senza il piano non possiamo fare neanche una stanza. Dunque ci auguriamo che il piano passi perché non voglio nemmeno immaginare questa regione senza il piano».

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