giovedì 25 marzo 2010

LA VITICOLTURA FRASCATANA ALLO SBANDO

Alla fiera di “mastrandrè” aggiù cumpratu ‘n cesanello, si, ‘n cesanello, alla mirè, alla mirè, alla fiera di “mastrandrè”.
Alla Fiera di Grottaferrata, l’Associazione dei Produttori Uve e il Consorzio Tutela del Frascati, nello stand espositivo degustano il vino “Cesanese del Piglio” a scapito del Frascati.
Il 20 marzo si è aperta l’annuale fiera di Grottaferrata. L’unica occasione per il territorio dei Castelli Romani di promuovere le varie produzioni del territorio, compreso quelle vinicole.
Come d’abitudine in queste occasioni, numerosi convegni si alternano, su tematiche diverse, durante il periodo della manifestazione. Tra le tematiche in discussione non poteva mancare quella dedicata la vino.
Così. L’Associazioni Frascati Scienza ha curato l’allestimento dello spazio espositivo, nel quale l’Associazione dei Produttori Uve Frascati, Asi, Isac/Cnr, Enea e Esa, il Consorzio Tutela Denominazione Frascati, il Parco Regionale dei Castelli Romani, l’Associazione Bernacca Onlus, hanno dato il loro contribuito nel disegnare un percorso tematico tra innovazione nella tradizione.
Il Seminario storico artistico dal titolo:
“Il territorio vitivinicolo alle porte di Roma, i paesi del vino sono paesi di grande storia”
Programma:
• 16.00 Giuseppina Ghini – Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio - Dioniso e il vino nell’antichità, inquadramento storico ed esperienze nei Castelli Romani;
• 16.45 Andrea Zifferero – Università degli Studi di Siena – Archeologia del paesaggio e conservazione della biodiversità: i Progetti Vinum e ArcheoVino in Toscana e nel Lazio settentrionale;
• 17.30 Massimiliano Valenti – Polo Museale Monte Porzio Catone - La mappatura storica del territorio vitivinicolo romano;
• 18.15 Michele Lorenzetti – Biologico dinamico - Biodinamica e potenzialità per il futuro della viticoltura nell’area del Frascati Doc;
. 19.00 – Degustazione Cesanese del Piglio a vigneti biodinamici.
Gli interventi che si sono succeduti sono stati impregnati su esibizioni dialettiche, basate più su esposizioni velate di “demagogia” e di “fantaipotesi” scientifiche di difficile realizzazione. Argomentazioni che non trovano il riscontro con il territorio in via di cementificazione e con il mercato ormai compromesso.
Uno degli argomenti trattati è L'agricoltura biodinamica, è un metodo di coltura fondato sulla visione spirituale antroposofica del mondo, elaborata dal filosofo esoterista Rudolf Steiner e che comprende sistemi sostenibili per la produzione agricola, in particolare di alimenti, che rispettino l'ecosistema terrestre, includendo l'idea di agricoltura biologica per considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso
Due principi che si possono ritenere tipici della teoria biodinamica di Steiner hanno a che vedere col compostaggio con le fasi della Luna.
Se, parte delle pratiche codificate nella biodinamica, hanno una radice scientifica una loro intrinseca utilità (ad esempio il "sovescio”, cioè la sepoltura di particolari piante a scopo fertilizzante e la "rotazione delle colture") altre pratiche risultano decisamente bizzarre e senz'altro più vicine alla magia che non all'agricoltura razionale. Ad esempio, una pratica ritenuta di fondamentale importanza consiste nello spruzzare il terreno con "preparati biodinamici", ottenuti da letame, polvere di quarzo, sostanze vegetali, in diluizione omeopatica.
In ragione di questi elementi e di altri ancora, ad esempio, l'importanza attribuita alle forze cosmiche o il concetto di energia vitale la biodinamica è oggi considerata una “pseudoscienza”
In sintesi, con enfasi dialettica ci hanno spiegato l’uso della “fava” senza “pecorino”. La fava era utilizzata nella viticoltura frascatana per concimare i vigneti. La componente biologica delle radici, contenente anche l’azoto, sono un ottimo fertilizzante per la vite. Ancora oggi gli ultimi nostalgici utilizzano le fave per concimare i vigneti.
Se andiamo indietro negli anni, e vediamo dalle alture frascatane che i vigneti sono piantati a vista dei monti tiburtini, mentre la parte collinare che guarda al mare venivano piantati gli ulivi. In questo periodo venivano colte le fave, e i pastori che gestivano i greggi negli uliveti preparavano il pecorino, da qui, la “fava con il pecorino”.
La “pseudoscienza” biodinamica è attuata nel Comune del Piglio, nella Provincia di Frosinone, da un viticoltore proprietario di un vigneto di poche migliaia di mq. che produce un vino prodotto con questo tipo di tecnica. Il vino: “degustibus non est disputandum”.
Ma quello che trovo disarmate, preoccupante, terrificante, e chi più ne ha più ne metta, vedere il “Proprietario” dell’Associazione dei Produttori Uve Frascati (20 soci) e il Presidente della “lobby” del Consorzio di Tutela del Frascati, patrocinare il vino “Cesanese del Piglio”.
C’è da ritenere che questi “signori” si “vergognino” del Frascati. Ciò significa che non stiamo “male” ma “peggio”. Se serviva la prova dell’incompetenza comportamentale, di questi signori ( si fa per dire) e di incapacità strategica e prospettica, promozionale è servito. Se questi “signori” avessero un poco di amor proprio, dovrebbero “sparire” della circolazione per aver perduto un’ occasione per sperimentare nuove forme promozionali.
(Sono curioso di sapere quanto è costato l’allestimento del lu Stand-one e il cumulo di contri ricevuti e chi li ha gestiti).
Tanto dovrebbero “sparire”, perché chiedevano sostegno con il “cappello in mano” all’Ass.re all’Agricoltura della regione Lazio sig.ra Valentini. Il finanziamento servirebbe per finanziare la “promozione per il rilancio del Frascati. Da un contatto che ho avuto con la segreteria dell’assessorato sembra una richiesta di circa 150.000 € per il progetto promozionale. Come dire Io “promoziono” Tu “promozioni” egli “vanga”.
Spero sia chiaro a tutti la “connivenza” tra il Consorzio dei Vini Tipici e l’Associazione Produttori Uve Frascati, giustificando “l’assenza” di ogni attività sindacale da parte dell’Associazione Produttori Uve e del menefreghismo dei problemi dei viticoltori.
Paolo Pellicciari

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