(www.enopress.it). Su iniziativa del Sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso, nei giorni scorsi, si è tenuto un incontro con l’Assessore alle Attività produttive del Comune di Roma Davide Bordoni, presente il presidente del Consorzio Tutela Denominazione Frascati Mauro De Santis. L’iniziativa vede per la prima volta le due amministrazioni lavorare in sinergia per avviare un progetto comune "Frascati Vino di Roma". Sull'arbomento è intervenuto via Internet Paolo Pellicciari, frascatano doc e paladino dei Castelli che furono e di un'area politica 'Falce e Vinello'
"Il progetto, scrive Pellicciari, tenderebbe al rilancio del Frascati nella ristorazione capitolina ormai, orientata su altri prodotti vinicoli più qualificati. Un "flop" annunciato, anche perché quando interviene la politica vuol dire che il Frascati è alla "canna del gas". Tanto è combinato male che su istanza dell’ipotetica lobby degli imbottigliatori "capitanati" da una cantina che orbita nell’area politica "Falce e Vinello", da avvicendare al "capezzale" del Frascati, l’Ass.re all’Agricoltura della Regione Lazio, Sig.ra Valentini.
E l’Amministrazione Comunale di Frascati promuove un’iniziativa, offrendo ai ristoratori che acquistano 1000 € di "Frascati" un grosso sconto sulla T.O.S.A.P per l’occupazione del suolo pubblico.
"Ciò conferma la drammaticità in cui versa il "Frascati", di cui le responsabilità sono ben individuate per la speculazione selvaggia effettuata, danneggiando irrimediabilmente l’immagine e il prestigio di un prodotto conosciuto nel mondo.
Un vino tanto "offuscato", che nei giorni scorsi, nella trasmissione la Prova del Cuoco, un sommelier decantava un "Cannellino" di Frascati prodotto con vitigni dell’agro pontino. Un’affermazione inappropriata, sia storicamente che culturalmente, per i viticoltori del frascatani. Un’onta per la storia di un vino ormai estinto. Se questo è l’andazzo, non si può escludere che in un prossimo futuro ci potranno presentare un "Frascati" da uve prodotte chissà dove, visto che i viticoltori frascatani stanno estirpando i vigneti.
"Dico al Sindaco di Frascati: non è con la demagogia che si risolvono i problemi. Il "mercato" si raffigura come un feroce animale, brutto, ringhioso, che se accarezzato contropelo ti sbrana. Se invece si accarezza a verso ti lecca le mano, ti fa le fusa, e ti consente di vivere, pagare i fornitori, rinnovare i macchinari e produrre con successo. Il Frascati a causa di politiche scellerate di mercato è stato "sbranato" e per recuperare mercato ci vuole pazienza e qualità. Ma quale qualità, quando nei listini di una nota catena di supermercati troviamo un Frascati a 0,99 €? Quale ristorante di prestigio va a proporre un vino così dequalificato ai suoi clienti?
I due Frascati
"Ribadisco, visto che da tempo lo dico, che i "Frascati" sono due, quello degli imbottigliatori e quello delle aziende agricole. Il vino prodotto dalle aziende agricole è un vino di grande qualità, ricavato con uve 100 X 100 prodotte a Frascati, proveniente dai vigneti di proprietà. Vino di certo eccellente e deve essere preservato e difeso dalle "lobby" degli imbottigliatori artefici di detti risultati.
Lobby! Perché no.
"Ormai a Frascati si può parlare di "lobby" degli imbottigliatori che, come abbiamo visto, condizionano la politica in modo evidente. Lo abbiamo visto nella trattativa sul prezzo delle uve, dove gli imbottigliatori ad unisono ci hanno fornito dati non "certificati" sulle reali "rimanenze" per speculare "selvaggiamente" a scapito dei viticoltori.
Torno sulla trattativa sul prezzo delle uve.
"La riunione si è tenuta presso la sede del Consorzio Tutela nella circostanza, gli imbottigliatori tutti presenti ci hanno documentato giacenze per 108.000 hl. Dato non certificato. Mi sorge i "dubbio", che il tutto sia stato organizzato per estorcere le uve ai viticoltori con fredda "spietatezza". Per questo mi recai dal Sindaco di Frascati sollecitandolo ad un intervento finalizzato a conoscere la verità sulle giacenze reali. Purtroppo la risposta è stata negativa, in quanto ha chiesto si, informazioni, ma non gli sono state date. Dum Romae consulitur, Saguntu espugnatur
"Mentre la "lobby" degli imbottigliatori discute il da farsi per rilanciare il Frascati, i viticoltori stanno tagliando i vigneti per le passività accumulate negli anni non più sostenibili.
"Chi ripone le speranze sul Consozio, conclude Paolo Pellicciari, sbaglia di grosso. Come si può avere fiducia di un organismo che non mette al centro del dibattito i sistema vinicolo frascatano? Tra pochi giorni ricomincia l’attività vitivinicola, e non c’è niente di peggio che lavorare la buio senza sapere quanto sarà il prezzo delle uve a fine vendemmia. Circa 20 milioni di € è stato il contributo "estorto" ai viticoltori dalle indimenticate 130.000 £ al quintale ad oggi ( grazie alla progressiva riduzione del prezzo delle uve che hanno toccato minimi di 20 euro al quintale).
Con quale risultato? Che l’ARSIAL propone una la DOC di Roma che racchiude tutte le denominazioni della Provincia, includendo (e quindi escludendo) la doc Frascati.
"Che aspettiamo a rimuovere i dirigenti del Consorzio? Quando passeranno la mano visto i risultati? Frascati Vino di Roma?"
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