Crisi economica, è in arrivo la peggiore mai vista: come si possono difendere l’EUROPA e L'ITALIA?
DA BRUXELLES
Paolo
Pellicciari
7/03/2018
Si sentono e
vedono spesso ormai nei notiziari tv fantasiosi
annunci di “ripresa”.
Lo scopo della “buona novella” non è però quello di confortare
almeno un po’ un popolo già estenuato da sei anni di durissima
crisi,
ma solo quello di dare, per osmosi partitocratica, una spintarella a
chi è ansioso di tornare in sella al suo “giocattolo” politico.
Se
i nostri sempre “distratti” politici smettessero almeno per
qualche minuto di girare con occhiali sempre più oscurati dalla loro
stessa propaganda mediatica, potrebbero vedere anche loro con
chiarezza la
gigantesca bolla economico-finanziaria molto vicina ormai al punto di
rottura.
Una pericolosissima bolla i cui segnali
di stress
sono già da tempo visibili, ma che ora, con i “terremoti”
scatenati dalla Brexit,
e da Trump
e dalle prossime elezioni
europee,
si rischia di innescare la
peggiore crisi economica
che il mondo moderno abbia mai conosciuto.
Lo
“sconquasso” delle democrazie occidentali creato dalla
globalizzazione
selvaggia,
alimentata da un
capitalismo ottuso e autoreferenziale
sul quale nessuno finora è riuscito a mettere freno (e tantomeno ci
potrà riuscire Trump con il suo decisionismo estremo, di stampo
autoritario che crea tensioni ovunque, non solo di tipo
economico-finanziario).
Contemporaneamente
si assiste però, a una straordinaria ripresa
economica americana
che ha raggiunto nell’ultimo semestre una fase di vero
“boom” economico.
Tutti i principali indicatori economici americani hanno infatti
raggiunto livelli di grande positività.
La
Borsa viaggia su livelli record, ben sopra a quelli che hanno
preceduto la crisi
del 2007-2008.
(l’indice Standard & Poor’s viaggia al 70% sopra il suo
valore medio storico). I valori immobiliari hanno compiuto negli
ultimi 12 mesi un ulteriore rialzo di 5 punti percentuali, superando
abbondantemente i
livelli pre-crisi 2008.
L’indice della “confidenza” dei consumatori ha raggiunto il
massimo livello da 15 anni a questa parte. La
disoccupazione
è scesa fino al minimo storico del 4% a livello nazionale. Il
dollaro guadagna poco o tanto su quasi tutte le altre valute e
l’inflazione
è ripartita finalmente raggiungendo (e superando di poco) la
fatidica quota del 2% considerata livello ottimale per un regolare
cammino dell’economia Italiana.
Ma
non è tutto oro quello che luccica. I valori immobiliari hanno
raggiunto il top anche grazie al ritorno
dei mutui “subprime”.
Le operazioni finanziarie continuano a crescere quasi senza freni. Le
grandi banche continuano a fare ottimi guadagni riempiendosi la
“pancia” di titoli
ad alto rischio
che, sicuramente, non riusciranno tutte a smaltire per tempo in caso
di scoppio
della “bolla”.
Ma
perché dovrebbe scoppiare quella bolla? La risposta è banale:
perché tutte
le bolle, se si continua a farle crescere, sono destinate a
scoppiare.
Chris
Taylor
sul quindicinale Fortune
di
inizio marzo cita addirittura dati statistici sull’andamento e
l'alternanza “bull – bear” dei mercati per avvisare che i dati
statistici fissano in 54
mesi
la
durata media (finora) del “bull market”. Ma attualmente siamo già
nel 95esimo
mese di crescita,
quindi statisticamente nel 2018 siamo già in piena area di alta
probabilità che la bolla possa scoppiare e che una nuova
pesantissima
crisi possa
partire.
Se
poi consideriamo che tra le grandi potenze economiche solo gli Usa
stanno attualmente attraversando una fase di robusta crescita
economica mentre nel resto del mondo, incluso la Cina, o c’è
rallentamento o c’è
già grave crisi,
come attesta il curioso, ma sincero “Misery
Index,”
curato
da Bloomberg,
il pensiero che tra non molto l’Europa
(e
l’Italia in particolare,)
a causa del suo elevato debito e della sua classe politica fortemente
screditata) dovrà di nuovo affrontare un’altra
pesantissima crisi,
tutto questo potrebbe far gelare il sangue nelle vene a qualunque
Presidente del Consiglio o Ministro di vertice di qualunque nazione.
Eppure
nei nostri leader,
o candidati tali,
non si vede traccia alcuna di preoccupazione. Attualmente sono tutti
impegnati
a sgomitare per
essere in prima fila quando potrebbero essere chiamati dal
presidente Mattarella per formare
il nuovo governo
della
nuova legislatura. Tra i nostri politici abbonda solo il
narcisismo.
Non sorprende quindi che l’Italia, più per motivi
politici che
economici, sia messa peggio dei nostri principali concorrenti europei
e globali. Come riuscirà pertanto a sopportare
la nuova grande crisi
che
(è solo questione di tempo!) arriverà presto a colpire di nuovo
sicuramente e ancor più pesantemente il nostro paese?
L’ipotesi di uscire oggi dall’euro, da soli, è troppo azzardata. Chi aiuterebbe la nostra povera Italietta a camminare da sola? Putin? Trump? Non scherziamo. Il primo pensa solo a far grande la Russia, l’altro a far grande gli Stati Uniti.
L’ipotesi di uscire oggi dall’euro, da soli, è troppo azzardata. Chi aiuterebbe la nostra povera Italietta a camminare da sola? Putin? Trump? Non scherziamo. Il primo pensa solo a far grande la Russia, l’altro a far grande gli Stati Uniti.
L’unica
concreta via
d’uscita
per noi e per l’Europa da questa angosciante situazione sarebbe
la creazione (subito!) di una Europa Unita
con le medesime normative per tutti ma inizialmente con due
monete: un euro forte e un euro debole. Le
due monete tenderebbero naturalmente da una parte a rivalutarsi e
dall’altra a svalutarsi. Si otterrebbe così un efficace
riallineamento in grado di ricreare abbastanza velocemente le
condizioni per fare una
vera Unione europea senza primi della classe.
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