Di Paolo Pellicciari
LA
PAN-EUROPA
Pochi
sanno che uno dei principali ideatori del processo
d’integrazione
europea, fu anche colui, che pianificò il genocidio
programmato dei
popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la
massa
ignora la sua esistenza, ma che i potenti, considerano come
il padre
fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard
Coudenhove
Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai
riflettori,
riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti Capi di
Stato,
che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di
unificazione europea.
Karlergi
un “pan-europeista” lungimirante per capire meglio il
significato
“pan-europeista” bisogna cancellare gli adagi triti e
ritriti
come il multiculturalismo, il multietnicismo, la
distruzione del
Nazionalismo il regionalismo e così via. Propinati ad un
popolo
ignaro e ideologicamente compromesso estremamente
ininfluente e
innocuo, bensì è necessario capire chi finanziò l'istituto
“globalista”. Oltre agli agenti industriali e finanziari,
Richard
Coudenhove-Kalergi ebbe il sostegno del banchiere Max
Warburg, che
rappresentava la banca tedesca di Amburgo (la Banca
Warburg).
All’epoca suo fratello, (trasfertosi negli Usa) Paul
Warburg, era
stato uno dei fondatori della FED (la Federal Reserve
statunitense)
oltre che leader del Council on Foreign Relation (il CFR).
“Consiglio sulle relazioni degli Esteri”
Nel 1922, Coudenhove-Kalergi fonda la Pan-europa (o Unione Pan-europea) con lo scopo apparente di impedire un nuovo conflitto continentale, tuttavia nel 1925 in una relazione presentata alla Società delle Nazioni i fini dell’austro-giapponese, si manifestarono chiaramente. Il suo obiettivo primario, era quello di unificare l’Europa, per integrarla all’interno di un’organizzazione mondiale politicamente unificata. In poche parole, un governo mondiale, che a sua volta federasse nuove federazione continentali (“continenti politici”, proprio come la “Pan-europa”). Inoltre nel suo libro «Praktischer Idealismus» pubblicato nel 1925, Kalergi espone una visione multiculturalista e multi-etnicista dell’Europa, dichiarando che gli abitanti dei futuri “Stati Uniti d’Europa” non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì una sorta di sub umanità resa bestiale dalla mescolanza razziale”, e affermando senza mezzi termini, che “è necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dalla elite di potere. L’uomo del futuro, sarà di sangue misto. Una razza eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, che sostituirà la molteplicità dei popoli, con una diverse personalità”.
Nel
1926 Coudenhove-Kalergi organizzò la prima conferenza
paneuropea di
Vienna, sotto gli auspici del suo presidente onorario,
Aristide
Briand (1862-1932) e fu proprio in questo convegno che si
decise di
scegliere l’inno europeo. L’Inno alla gioia di Beethoven,
che in
seguito diventerà l’inno ufficiale dell’Unione Europea. Ma
è
durante questo primo congresso, che sono esposti in modo
chiaro,
lucido, gli obiettivi a breve, medio e lungo termine di
questo
contenitore di idee: “l’Unione
Pan-europea”
ribadisce il suo impegno al patriottismo europeo, a
coronamento
dell’identità nazionale di tutti gli europei. Nel momento
dell’interdipendenza e delle sfide globali, solo una forte
Europa
unita politicamente è in grado di garantire il futuro dei
suoi
popoli di diversae entità etniche. L’Unione Pan-europea
riconosce
il diritto all’autodeterminazione dei gruppi etnici allo
sviluppo
culturale, economico e politico”.
Negli
anni Trenta, “Coudenhove-Kalergi” condanna fermamente il
modello
nazional-socialista di Adolph Hitler e quello sovietico di
Stalin,
tanto che l’industria tedesca revoca definitivamente i
finanziamenti all’Unione paneuropea, mentre gli
intellettuali
filo-sovietici lasciano l’associazione. Durante la Seconda
Guerra
Mondiale mentre, il fondatore della Pan-europa si rifugia
negli Stati
Uniti, nei quali insegnò in un seminario presso la New York
University – “La ricerca per una federazione europea del
dopoguerra” – a favore del federalismo europeo.
Nel
1946, Coudenhove-Kalergi torna in Europa e la sua
personalità gioca
un ruolo di estrema rilevanza. La Pan-europa riprende le
forze e si
creano in tutti Paesi europei delle delegazioni (Pan-europe
France,
Pan-europa Italia, ecc.) che, in pochi mesi diffusero gli
ideali
pan-europeisti a quelli che poi furono considerati i “padri
fondatori della nuova Europa”. Queste delegazioni
contribuirono
alla realizzazione dell’Unione parlamentare europea, che
successivamente consentì la creazione nel 1949, del
Consiglio
d’Europa. Il suo “impegno” intellettuale e politico gli
permisero di aggiudicarsi nel 1950 il prestigioso premio
prettamente
continentale “Carlo Magno” e, persino in suo onore fu stato
istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due
anni
premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel
perseguire il suo “ideale” confederativo e mondialista. Tra
questi troviamo nomi come Angela Merkel e Herman Van Rompuy.
Pertanto,
per conoscere meglio il fenomeno pan-europeista, è
necessario capire
chi finanziò l'istituto “globalista”. Oltre agli agenti
industriali e finanziari, Richard Coudenhove-Kalergi ebbe il
sostegno
del banchiere Max Warburg, che rappresentava la banca
tedesca di
Amburgo (la Banca Warburg). All’epoca suo fratello,
(trasfertosi
negli Usa) Paul Warburg, era stato uno dei fondatori della
FED (la
Federal Reserve statunitense) oltre che leader del Council
on Foreign
Relation (il CFR). Da qui vediamo lo stretto legame tra Wall
Street,
quindi gli Stati Uniti d’America e la volontà già negli
intenti
di federare l’Europa sotto una sola guida politica,
probabilmente
per dominarla meglio. Richard Coudenhove-Kalergi non fu un
visionario del suo tempo proprio perché egli fu un
manovratore della
partita.
Il
Piano Karlergi prevede il genocidio dei popoli europei.
L'immigrazione
di massa è un fenomeno le cui cause tutt'oggi abilmente
celate dal
Sistema e dall'informazione multietnica si sforza falsamente
di
rappresentare come inevitabile. Ciò che si dovrebbe far
capire come
il frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano
studiato a
tavolino e preparato da decenni per distruggere l'etnia del
vecchi
continente.
Una
“soluzione” sbagliata al problema demografico
La
popolazione
italiana è destinata all’estinzione? Vengono i brividi
a leggere il Piano
di “ripopolamento” preparato
dall’Onu
per
l’Italia: entro il 2050 dovremo accogliere, secondo i
“cervelloni”
delle Nazioni Unite, 35 milioni di stranieri. Se ci va
bene. Non si
tratta di uno studio “neutrale”, ma di un progetto che si
inserisce nella strategia di mondializzazione portata
avanti dal
potere globale. «I cittadini italiani non sono ancora
consapevoli di
cosa si stia preparando alle loro spalle», denuncia Luciano
Lago.
Ma vediamo, nel dettaglio, di che si tratta.
Kalergi
proclama “l’abolizione” del diritto di
autodeterminazione dei
popoli e, successivamente, l’eliminazione
delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici
separatisti o
l’immigrazione allogena di massa. Affinché
l’Europa sia dominabile dall‘elite, pretende di
trasformare i
popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri
e asiatici.
A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e
altre
caratteristiche che, secondo lui, devono essere create
coscientemente
perché sono indispensabili per conseguire la superiorità
della
elite. Eliminando per prima la democrazia, ossia il
governo del
popolo, e poi il popolo medesimo attraverso
la mescolanza razziale, la razza bianca deve essere
sostituita da una
razza meticcia facilmente dominabile. Abolendo
il principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla
legge e
evitando qualunque critica alle minoranze con leggi
straordinarie che
le proteggano, si riuscirà a reprimere la massa.
I
politici del suo tempo, diedero ascolto a Kalergi, le
potenze
occidentali si basarono sul suo piano e le banche, la
stampa e i
servizi segreti americani finanziarono i suoi progetti.
I capi della
politica europea sanno bene che è
lui l’autore di questa Europa che si dirige a
Bruxelles e a
Maastricht.
Kalergi, sconosciuto all’opinione pubblica, nelle classi
di storia
e tra i deputati è considerato come il padre di
Maastricht e del
multiculturalismo. a caso l’Europa sognata
dall’aristocratico
austro-giapponese è la stessa di oggi, quella del terzo
millennio.
Se
ci guardiamo in torno il piano Kalergi sembra essersi
pienamente
realizzato. Siamo di fronte ad una vera
terzomondializzazione
dell’Europa. L’assioma portante della “Nuova civiltà”
sostenuta dagli evangelizzatori del Verbo multiculturale, è
l’adesione all’incrocio etnico forzato. Gli europei sono
naufragati nel meticciato, sommersi da l'onda di immigrati
afro-asiatici. La piaga dei matrimoni misti produce ogni
anno
migliaia di nuovi individui di razza mista: i “figli di
Kalergi”.
Sotto la duplice spinta della disinformazione e del
rimbecillimento
umanitario operato dai mezzi di comunicazione di massa si è
insegnato agli europei a rinnegare le proprie origini, a
disconoscere
la propria identità etnica.
I
sostenitori della Globalizzazione si sforzano di convincerci
che
rinunciare alla nostra identità è un atto progressista e
umanitario, che il “razzismo” è sbagliato, ma solo perché
vorrebbero farci diventare tutti come “ciechi” consumatori.
È
più che mai necessario in questi tempi reagire alle menzogne
del
Sistema, ridestare lo spirito di ribellione negli europei.
Occorre
mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che l’integrazione
equivale ad un conflitto sociale di cui si avvertono le
prime “avvisaglie”. Con la Banca Unica e il “violento”
attacco
fiscale al ceto medio unito al Capitalismo di Stato, Il
piano
Kalergi, ormai è avviato alla completa realizzazione.
Ecco
perché l'Europa ha bisogno di un progetto politico nuovo e
alternativo. ( Con quale classe politica? )
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