Di Paolo Pellicciari
L’Italia?
Un Paese ad alto rischio, se, gli imprenditori piccoli e grandi non
hanno risorse da investire al fine di sviluppare le loro aziende. Si
ha la sensazione che sia stato ordito un disegno economico perverso,
con il fine di “espropriare” i beni produttivi, che nolente o
dolente creano ricchezza per il paese. Gravare i beni strumentali con
una tassa come l'IMU, lo trovo fuori di ogni logica fiscale. Sembra
una partita truccata, dove il sistema finanziario gioca sul tavolo di
“chemin de fer” bancario bruciando risorse economiche tali, da
negare i finanziamenti a sostegno delle aziende che intendono
svilupparsi. Lo Stato che non paga i suoi crediti ai suoi fornitori,
l'aumento previsto dell'IVA, rallenterà ancor di più i consumi. Se
poi mettiamo il peso economico della burocrazia, lenta e
onerosissima, guidata da una “nomenclatura” e inamovibile e
milionaria, sarà difficile uscire dalle sabbie mobili dell'economia
.
Manca,
il “OH ISSA”,
un idioma che richiama uno sforzo di unione, per sollevare un peso
oltre misura. In un film di Walt Disney, in una scena si
rappresentavano tre “vecchi” caratteristici banchieri che
discutevano sulle iniziative da prendere per arginare una crisi
finanziaria che aveva coinvolto il sistema produttivo. Come dire,
apriamo i forzieri per creare sviluppo. Nulla di nuovo , già lo fece
Carlo Magno, aprendo i granai.
Nel
mondo occidentale, non è più così. Nell'economia finanziarizzata,
il sistema bancario ha perso la sua funzione originaria, non solo non
presta più soldi all'economia reale, al contrario preleva soldi da
essa, dai governi e dalle banche centrali per “giocare” Chemin de
Fer in borsa, in speculazioni sui titoli pubblici, per salvare banche
dissestate visto gli interessi che rendono dal 5% al 7%. Una sorta di
padre di famiglia, senza scrupoli, che la sera svuota le tasche ai
figli per andare a giocare d'azzardo. E guai, se si nascondono
qualche Euro nell'orlo dei pantaloni, se scoperto, verrà frustato
con sanzioni fiscali, senza appello, lasciando ferite lacero contuse
che nascondono addirittura la “confisca” dei beni, frutto di
faticosi risparmi, di notte si maschereranno da “Diabolik” e ci
andranno a prelevare parte dei risparmi di una vita, se non
addirittura, nei casi peggiori “condannati a morte” a mezzo
“suicidio”. Quanti casi si annoverano in Italia?
Nel
lessico abitudinario si è perso il significato originario del
capitale. Sotto la spinta demagogica di ideologia Marxista si è
classificato in due aspetti la proprietà della ricchezza. La
ricchezza dei cittadini (capitalismo) e quella dello stato
(statalismo) va chiarito che il capitalismo ha diverse sfaccettature,
quello prodotto dal risparmio e dal lavoro è quello da speculazioni
borsistiche finanziarie che è tutt'altra cosa. Lo statalismo
concentra nelle mani dello Stato, tutta la ricchezza della nazione.
Raffigurato, abbiamo visto, nei regimi Comunisti o ex comunisti, una
cospicua parte di ricchezza destinata alla “nomenclatura” mentre
al popolo un cucchiaio di minestra per la sopravvivenza. Vedi
Caritas. La crisi è la conseguenza del passaggio dalla democrazia al
“Banchismo” che è il nuovo movimento politico – dittatoriale
di cui non si connota il “dittatore”. Non voglio parlare di
incompatibilità ma come è possibile che alti esponenti della Banca
D'Italia (non eletti) possano controllare il Fisco, l'Economia, la
RAI e l'Informazione?
“Ai tempi delle
grandi dittature del Novecento, in Europa si moriva per la libertà,
i diritti umani, la giustizia e la democrazia. Oggi si muore per i
“debiti” prodotti da una classe dirigente incapace e presuntuosa
implicata spesso in casi di corruzione e di malaffare. Non è una
crisi passeggera, è una crisi dovuta alla scarsa lungimiranza della
classe politica che ha alienato un patrimonio industriale di immenso
valore senza pensare alle conseguenze sul futuro. E' finita anche
l'era conflittuale tra capitalismo e statalismo. Il capitalismo come
lo conosciamo che non funziona più. L’euro, la moneta unica creata
troppo in fretta e gestita con scellerata leggerezza, ha favorito le
economie floride del Nord Europa a scapito di quelle periferiche. E
ha innescato una spirale distruttiva che sta travolgendo le
democrazie del Sud, dove ormai decisioni come le tasse, le pensioni,
gli investimenti in istruzione sono guidate da Bruxelles, non dai
singoli governi. Peccato che le misure che vengono imposte, sempre le
stesse – tagli, austerità, sacrifici – si stanno rivelando
pesantemente recessive per i per l'economia in generale e per
cittadini. E se si continua a scivolare nella povertà, presto
l’Italia, diventerà una colonia di qualche nazione emergente che
ci sottometterà. Per cui sarà difficile esportare le nostre merci,
tanto, da ridurre i cittadini onesti agli “arresti di quartiere”
nutriti a pane e bagarozzi.
Era prevedibile
tutto ciò? La risposta è sì! Dagli inizi degli anni 70 i governi
nazionali e le istituzioni internazionali, hanno messo in moto un
meccanismo economico basato solo sulla finanza anche “creativa”
che sta portando al “fallimento” diverse nazioni con riflessi
drammatici nei confronti dei cittadini. Stranamente non si avvertono
iniziative finalizzate alla soluzione dei problemi. Di fronte a
questo disastro, è improrogabile il momento di decisioni coraggiose,
capaci di infrangere tutti i tabù, persino quello dell’uscita
dall’euro, e riscoprire l’immenso potenziale delle nostre
economie locali, per organizzare forme alternative di finanziamento,
al fine di creare una nuova partnership mediterranea. Il futuro, come
già profetizzava Keynes, ha bisogno di soluzioni che rendano
obsoleto il presente.
Tutto questo
potrebbe essere rappresentato dal “OH ISSA”, che
è la sintesi della libertà di espressione, di azione e di pensiero,
sotto una solida Costituzione che ordini il sistema socio - politico
– economico – giudiziario. Ne saranno capaci?
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