mercoledì 15 febbraio 2012

LA GRANDE DISTRIBUZIONE SCIVOLA SULLA NEVE

Assieme alla cesta delle vettovaglie
(www.enopress.it). Le consegne degli alimentari freschi - informa la Confederazione italiana agricoltori - calano della metà - E' bastata una nevicata straordinaria, per mettere in crisi la macchina dei rifornimenti della grande distribuzione - L'importanza del km.0 - E' necessario ridistribuire la fenomenologia commerciale - Il ruolo dei negozi nei centri storici - I profondi cambiamenti sociologici e culturali degli ultimi anni sono assenti nei dispositivi legislativi dei comuni -

Con la graduale riduzione dei mercati rionali e con essi anche i piccoli negozi della porta accanto, appare sempre più evidente che, in caro di eventi eccezionali, i supermercati rischiano di rimanere a corto di merci. Nei centri storici aprono outlet della grande distribuzione mentre i negozi tradizionali hanno difficoltà ad ampliarsi e ad aggregare generi diversi. Pubblicato il Sondaggio IPSO dal Corriereconomia di lunedi 13 che titola Negozi a fine corsa e informa: "il 92 per cento degli intervistati fa la spesa al supermercato".

L'importanza del km.0
Si va verso la fine di un'epoca? si chiedono i più, oppure sono in attotrasformazioni che imporranno al commercio nuovi trend?
L'evento nevoso di questi giorni riporta alla ribalta l'importanza dei prodotti agroalimentari a km.0 non solo nella produzione ma anche nella piccola distribuzione per soddisfare le esigenze alimentari delle comunità nei casi eccezionali, così come ogni giorno riducendo tempi, costi ed emissioni di CO2.
Le multinazionali della distribuzione, smerciano quantità enormi di prodotti coltivati o fabbricati in paesi terzi, con costi di produzione bassi o irrisori confrontati con quelli praticati nel mondo occidentale. E evidente la necessità di ripensare il sistema distributivo che ha evidenziato tutti i sui limiti dell'attuale organizzazione per i rifornimenti soprattutto alimentari.

Ridistribuire l'economia dal centro alla periferia
E' ora che la politica comincia a pensare al problema ridistribuendo l'economia nella periferia economica. Certo, Monti con il Salva Italia a scapito degli italiani, di certo non da una mano al sistema, con gli aumenti degli estimi catastali e con la nuova tassa I.M.U (I Mort. Univ) sicuramente contribuirà alla chiusura di molti negozi adibiti ad attività commerciali. Non solo, anche i fabbricati rurali non sono immuni dal pagamento della nova IMU. Le cascine, le stalle e tutti gli altri fabbricati rurali che fino al 2011 erano esenti dall'ICI. Sicuramente l'Italia verrà iscritta al "Guinness de Primati" per avere l'imposizione fiscale più alta al mondo.

La cambiale delle liberalizzazioni
E' evidente che bisogna rivedere qualche trattato internazionale per ridare sovranità alle nazioni per riproporre piani del commercio ispirati alla vecchia Legge.426 di cui anche chi scrive ha contribuito alla stesura. Legge poi abrogata. Non c'è dubbio che i commercianti sono stai i primi a pagare la "cambiale" della liberalizzazione del commercio, una sorta di "esproprio" per consentire ai centri commerciali di aprire negozi, secondo i piani delle multinazionali della distribuzione, a scapito della categoria, unita alla pianificazione del futuro.

Certo sarà difficile regolamentare la materia conoscendo la massa di denaro contanti che muovono giornalmente, circa "Sei Milioni di Miliardi di Dollari" e con un organizzazione territoriale divisa in Megastore, Centri Commerciali, Supermercati, Discount e Outlet. Tutti centri collocati in posizione strategica, con possibile l'ausilio di denaro pubblico per realizzare la viabilità e facilitare l'affluenza dei clienti, costretti a muoversi in automobile, con tutti i costi nascosti che ne derivano. Gli Outlet. meritano sicuramente un discorso a parte spesso realizzati in estrema periferia camuffati da paesi posticci finti oserei dire di cartone apparentemente accoglienti ma disumani nell'aspetto sociologico. Inizia l'era della società degli eguali. Il sistema è favorito dalla politica a tutti i livelli dal Sindaco del paese fino ai massimi livelli.

Il salumaio, il fornaio, il fruttivendolo e cosi via hanno sempre garantito il rifornimento alimentare ai cittadini, distribuiti con quel calore umano creato dalla fiducia tra cliente e negoziante. Spopolare i centri storici con l'istituzione dei parcheggi a pagamento, le ZTL e ogni altro meccanismo per ostacolare o impedirne l'accesso, non solo mettei in crisi il sistema distributivo tradizionale ma disperde la socialità tipica dei paesi o dei piccoli centri caratterizzati dai tipici personaggi, da gli incontri, i pettegolezzi, la partita a carte, il mutuo soccorso nel dramma individuale o negli eventi calamitosi. Anche le liberalizzazioni di monti vanno in questa direzione, Le pompe di benzina "ibere" le farmacie, I taxi per favorire al costituzione gestioni centralizzate e così via. Se dovessimo ragionare in termini economici ci rendiamo conto di quante risorse pubbliche provenienti dalla tassazione destinati a fini privatistici unito al travaso di denaro dal piccolo imprenditore a strutture centralizzate.

Il consumo moderno verso l'isolamento dell'individuo
Si ha la sensazione che sociologicamente si stia creando un processo di isolamento individuale che tende a spersonalizzare l'individuo rendendolo "un'automa" nella città degli "eguali". Stiamo assistendo ad una rivoluzione sibillina e strisciante iniziata negli ultimi vent'anni, che sta coinvolgendo i cittadini del mondo. L'attinenza mi fa ricordare un film di fantascienza "L'uomo che visse nel futuro" del 1960. Uno scienziato, inventò la "macchina del tempo" con cui si è mise a girovagare negli anni passati e quelli futuri. Nel viaggio nel futuro, trovò degli abitanti sereni rilassati, in un eden assolato, contornato da prati e fiori e panorami. Ad un tratto suonò una sirena si aprì una porta e questi esseri umani si avviarono all'interno di un ambiente buio con umanoidi che lavoravano nell'oscurità, in una immaginaria fabbrica sotterranea. Umanoidi cannibali che avevano un "allevamento" di esseri umani ormai ridotti all'inettitudine per soddisfare le loro esigenze alimentari. Un racconto di fantascienza? Potrebbe! Il nostro presente, ci può stare il futuro rappresentato dal film? Non vi pare di avere a che fare con un "mostro" tentacolare, di cui non conosciamo ne la razza ne le fattezze, che sta "cannibalizzando" la "libertà" e il benessere dei cittadini?

"Salviamo l'Italia e "cannibalizziamo" gli Italiani" appare lo slogan di questo governo.

Paolo Pellicciari

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