sabato 10 settembre 2011

Data di inserimento:   giovedì 8 settembre 2011
IL COLPO BASSO DELL'IVA SUL VINO

MASTROBERARDINO (UNIONE ITALIANA VINI): IL GOVERNO DOVREBBE NON SOLO RIPENSARCI, MA ABBASSARLA DEFINITIVAMENTE AL 10%, COME PER TUTTI I PRODOTTI AGRICOLI
(www.enopress.it). Ancora un duro colpo dal governo italiano per il settore vinicolo: l’ultima versione della nuova manovra finanziaria varata per fronteggiare la crisi che sta colpendo l’Italia prevede l’innalzamento di un punto dell’Iva dal 20% al 21% anche per il vino.
Lucio Mastroberardino, presidente di Unione Italiana Vini, la più antica e rappresentativa organizzazione del settore vitivinicolo con più di 500 imprese associate, in grado di rappresentare oltre il 50% del fatturato del comparto vino e il 90% del fatturato estero del settore, lancia l’allarme:
"L’aumento dell’Iva rappresenta un ulteriore colpo per il nostro settore già duramente compromesso dalla crisi dei consumi interni e dagli aumenti generalizzati delle materie prime, in particolar modo quelle legate all’andamento dei corsi del petrolio ed energetici (vetro, carta, trasporti)."
"Avere un’Iva al 21%, come fosse un genere voluttuario, mortifica un prodotto di consumo quotidiano, che da secoli è parte della nostra tradizione e che oltretutto è inserito a pieno titolo nella Dieta mediterranea, riconosciuta patrimonio mondiale dell’Umanità, i cui prodotti tra l’altro scontano tutti un’Iva ridotta del 10% quando non del 4%, come pasta e olio. Se il consumo moderato e ai pasti di vino è considerato salutare dalla letteratura scientifica più autorevole, qual è il senso di scoraggiarlo in questo modo? Siamo l’unico Paese produttore di vino che fa di tutto per non supportare la sua eccellenza".
"Per questo, - conclude Mastroberardino - Unione Italiana Vini chiede al Governo non solo di far rientrare il provvedimento, ma di pensare seriamente a ridurre definitivamente l’Iva sul vino quanto meno al 10%: un’aliquota non di privilegio, ma assolutamente equa, e che si rifletterebbe positivamente sul carrello della spesa degli italiani, oltre a dare un tangibile segno di attenzione nei confronti di un settore che con i suoi 4 miliardi di euro di fatturato export è uno di pochi in attivo della bilancia agroalimentare, oltre a dare lavoro a oltre 1,2 milioni di persone che ogni giorno, con il loro lavoro, preservano e tutelano il paesaggio italiano dall’abbandono e dal degrado".

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