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Data di inserimento: lunedì 21 giugno 2010
FRASCATI: UN COMUNICATO, PRECISAZIONI E INVETTIVE
(www.enopress.it).Chiedere lumi agli estensori di un comunicato – per dei punti nel testo che risultano incomprensibili - può condurre assai lontano - Alla preistoria, alle macchiette e all'avanspettacolo e a qualche invettiva da parte degli estensori – Il metodo è talmente penoso che ci rifacciamo ai ricordi universitari per commentare con un "Qualcuno è uscito fuori del ‘seminario’ e che in fondo, in fondo "Il mondo è bello perché è ‘avariato’.
Sostenere con tesi, come quelle addotte da esponentri del consorzio, che è saggio e utile vendere il vino tra popoli che vietano l’uso dell’alcol, piuttosto che riconquistare un mercato, come quello di Roma, di cui il vino era principe per qualche centinaio d’anni non richiede alcun commento - Senza chiarire il punto, fatto di tre irrilevanti interrogativi, altre questioni non hanno avuto alcun riscontro – Pubblichiamo a futura memoria, qui di seguito,le domande per le quali Enopress ha ricevuto solo critiche sulla professionalità, condite con un’inutile quanto triste ironia - Quanti ne avranno la pazienza, potranno fare le loro valutazioni – Per il presidente del consorzio abbiamo un solo flautato appunto: avrebbe fatto bene a leggersi il curriculum del direttore di Enopress, (stimata agenzia per la stampa fondata nel 1969), quale pubblicato ne "Gli specialisti della Vite e del Vino", agenda dei giornalisti dell’ Unione Italiana Vini per le edizioni de Il Corriere Vinicolo e rilevarne l’esperienza anche internazionale, piuttosto che affermare "la vicenda è complessa, ci sta che lei non possa interpretare tutto" (sic!) e, ancora, un assai difficile da comprendere "eventuali interferenze politiche che nulla hanno a che fare con l attività di impresa".
Alcune domande a MDA
1 - L' Associazione delle enoteche romane Arte dei Vinattieri lancia, il prossimo mercoledi 23 giugno, al Grand Hotel 'La Dolce Vite' , una promozione di vini, oli e altri prodotti sulle vetrine romane e nei pubblici: il Frascati brilla per la sua assenza, mentre sono presenti vini di tutta Italia
2 - Il Frascati guarda ai mercati dove è vietato il consumo di alcolici, invece di guardare in casa e all'importante mercato romano
3 - Non si vuol vedere che dietro l'imbottigliamento fuori zona c' è uno scadimento dei valori qualitativi e commerciali del prodotto, con il doc nei supermercati a 1,90 euro.
4 – Che preziosi terreni viticoli, proprio perché collocati nel territorio della Capitale hanno preso la via della cementificazione
5 - Che le responsabilità non sono soltanto del 'potere nordico', come sostenuto dal consorzio, ma anche della miopia e degli interessi locali
L' incresciosa vicenda in ordine cronologico
! - Enopress riceve il sottostante documento
Frascati, 07 giugno 2010 Comunicato Stampa
Ringraziando i firmatari delle due interpellanze presentate per l’imbottigliamento in zona della nostra denominazione ribadiamo che il Consorzio Denominazione Frascati ha intrapreso, un duro lavoro volto all’innalzamento qualitativo della relativa Denominazione di origine, necessario ad un sempre maggior riconoscimento da parte del consumatore di una eccellenza del territorio, ma anche per perseguire risultati economicamente e socialmente validi per le imprese vitivinicole. Sono queste le motivazioni che lo inducono a condurre da anni una dura battaglia per ottenere l’imbottigliamento in zona.
Nel 1996 è stata conseguita la modifica del disciplinare di produzione inserendo l’obbligo dell’imbottigliamento in zona, richiesta presentata insieme alla denominazione Chianti.
Dopo tre anni un decreto dirigenziale ha vietato l’imbottigliamento fuori zona fino a che, a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea del 2000, un decreto direttoriale lo ha reintrodotto in via definitiva, seppur lasciando alle cantine fuori zona la deroga all’imbottigliamento fino all’emanazione del decreto applicativo avvenuto nel 2003.
Successivamente nel 2005 entra in vigore il nuovo disciplinare di produzione del Frascati Doc che conferma la disposizione in tema di imbottigliamento in zona già vigente dal 2000, per cui non consente in alcun caso l’imbottigliamento del Frascati Doc al di fuori della zona di produzione e di quella dei "Castelli Romani". Pertanto dopo la pubblicazione del D.D. 26 aprile 2005, mai impugnato, il discorso doveva intendersi chiuso. Anche la nuova normativa europea del luglio 2009, prevedeva che le Autorità nazionali (i Ministeri) debbano assicurare il rispetto del disciplinare di produzione.
La nota del 25.02.2009 indirizzata alle 5 Aziende che ancora imbottigliavano fuori zona, ribadiva il decadimento delle autorizzazioni transitorie all’imbottigliamento rilasciate dal MIPAF ai sensi dei decreti ministeriali del 2000.
Con la medesima nota il Ministero ha consentito "in via del tutto eccezionale " tenendo conto delle particolari esigenze connesse alla programmazione commerciale, l’imbottigliamento sino al 31 luglio 2009. A maggio 2009, le sopra citate aziende hanno presentato riscorso al Tar , Consorzio. (non si capisce, manca del testo) Il 24 novembre il Consorzio presenta formale diffida al Ministero a concedere altre autorizzazioni .
A il quale ,a giugno , (?????) ha rigettato la domanda dando ragione al Consorzio. In una nota del 31 luglio dello stesso anno, emanata in seguito alle richieste presentate, il MIPAF autorizzava "soltanto in qualità di proroga tecnica"ad imbottigliare fino al 30 novembre 2009 esclusivamente per consentire l’esaurimento delle scorte.
L’8 settembre il Ministero convoca una apposita riunione tra le Ditte interessate, il Consorzio Tutela Denominazione Frascati e la Regione Lazio che non sortisce alcun esito.
In data 11 novembre solo la F.lli Martini presenta ricorso al Consiglio di stato avverso l’ordinanza del Tar che, respinge l’appello, dando nuovamente ragione al risposta ( che cosa si vuol dire ?) di ciò viene emessa dal Ministero una nota datata 23-24 dicembre 2009, ricevuta dal Consorzio solo alcune settimane dopo, nella quale viene ribadito che sarebbe stata rispettata la normativa vigente. In tale nota non viene fatto alcun riferimento né alla presentazione di una istanza da parte loro né ad un provvedimento che sarebbero poi sopraggiunti il 12 gennaio c.a.
Il 12 gennaio 2010, con un fax, il MIPAF comunica che il 30 novembre 2009 , a seguito di una riunione, era stato concesso alle Ditte F.lli Martini, CA.VI.CI., Caldirola , Castellani , Schenk di imbottigliare nei propri stabilimenti il Frascati Doc .Tale deroga transitoria è valida fino al definitivo pronunciamento delle autorità giudiziarie , e comunque per un periodo non superiore ai 5 anni. Il Consorzio presenta, quindi, un ennesimo ricorso.
Il pronunciamento definitivo delle autorità alla questione " imbottigliamento in zona", che sarebbe dovuto essere a novembre, è stato anticipato al 15 luglio p.v. Si rende noto che il Consorzio Tutela Denominazione Frascati , nel perseguire l’imbottigliamento in zona, non ha soltanto l’intento di voler tutelare le imprese vitivinicole e l’immagine del Frascati , ma soprattutto quello di voler legare inscindibilmente il proprio prodotto al suo territorio in una politica economica non protezionista ma di salvaguardia e valorizzazione.
Il Presidente Mauro De Angelis
CONSORZIO TUTELA DENOMINAZIONE "FRASCATI" – Soc Coop. a r.l. Largo Donatori di Sangue, s.n.c. – 00044 FRASCATI – Telef. 06/94015212 - fax 06/94010076 info@consorziofrascati.it
2 - Richiesta di precisazioni di Enopress al consorzio
Le parti del comunicato evidenziate in neretto ci risultavano incomprensibili o mancanti. Dopo aver telefonato al consorzio e chiesto notizie, il 14.06 Enopress decideva di inviare una mail per chiedere di chiarire i punti non chiari. Segnalavamo inoltre che l'8 giugno Enopress aveva diramato la notizia comunicata dal consorzio sull'imbottigliamento fuori zona in una nota a firma di Mauro Maccario.
Semplice? NO ! Ecco quanto è scaturito da quella semplice richiesta.
Al direttore di Enopress viene scritto: "la vicenda è complessa, ci sta che lei non possa interpretare tutto".
----- Original Message -----
From: Mauro De Angelis
To: giancarlopanarella@enopress.it
Sent: Tuesday, June 15, 2010 8:48 AM
Subject: precisazioni
Caro Panarella, grazie per il suo contributo, su ciò che non le è chiaro sono a sua disposizione, la vicenda è complessa, ci sta che lei non possa interpretare tutto. Certo l evidenza è che il Consorzio ed il Frascati DOC sono stati nella forma e nella sostanza trattati in maniera quanto meno triste dal Mipaf, presieduto dall allora Ministro Zaia. Siamo di fronte ad una non applicazione del ns disciplinare di produzione, stiamo subendo danni dal protrarsi di questa situazione paradossale, ma con certezza continueremo a farci sentire, il Frascati è vino leader della nostra enologia Nazionale e merita rispetto a prescindere da eventuali interferenze politiche che nulla hanno a che fare con l attività di impresa, spero le sia chiaro. Cordialità
La vicenda, pur complessa, è chiara per la redazione di Enopress, ma dal consorzio non ci giungono i chiarimenti richiesti sui passi del comunicato a noi incomprensibili
3 - Riscontro di G. Panarella a M. De Angelis 15.06
Gentile Presidente, grazie per le Sue precisazioni, ma debbo dire che la vicenda mi è chiara nel suo insieme. Ministero e ministeriali inclusi, Enopress ha criticato anche Zaia in più di un'occasione!! Sull'imbottigliamento fuori zona, così come abbiamo velatamente fatto cenno, aleggia anche il problema delle tante carte e bolle di accompagnamento...Ciò che non ci risultava chiaro, in una vicenda complessa come Lei stesso afferma, erano alcune frasi del comunicato che abbiamo evidenziato in neretto per avere dal Consorzio un testo più chiaro.
Oggi, abbiamo in via di pubblicazione il resoconto sull'incontro di ieri in Campidoglio, redatto per noi da un viticoltore frascatano, dove esprimiamo una serie di interrogativi in merito ai quantitativi venduti e alle lagnanze dei viticoltori cui non tornano i conti e i livelli di retribuzione delle uve.
Lo pubblichiamo questa sera. Se crede, e considerata la Sua cortesia, posso anche anticiparlo a Lei in una mail, in modo da poter includere le Sue eventuali precisazioni. Con i migliori saluti Giancarlo Panarella
PS
Inoltre, se Lei è d'accordo, Enopress pubblicherà senz'altro le Sue precisazioni, come da Sua mail. Anzi, può farmi avere maggiori riflessioni sulla "non applicazione del ns disciplinare di produzione" da parte del MIRAF, come Lei scrive. In una ns. nota parleremmo volentieri di questo strano ministero che pretende erga omnes il rispetto di disciplinari che il ministero stesso disapplica.
4 - IL CONSORZIO FRASCATI ALLA SCOPERTA DEI MERCATI CHE VIETANO L'ALCOL
Enopress pubblica nella rubrica 'opinioni' una nota di Paolo Pellicciari. Viticoltore frascatano assai noto, ha inviato dal web un suo commento alla partecipazione del Consorzio del Vino Frascati alla Festa della Repubblica in un paese islamico - Cronaca di un esordio del Frascati in un Paese che vieta il consumo di bevande alcoliche - "Peccato - commenta Pellicciari - che si siano dimenticati la porchetta" - Torneremo sull'argomento proponendo le statistiche relative al consumo di vini in Abu Dabhi
5 - I problemi di comunicazione cominciano a farsi sentire
--- Original Message -----
From: Mauro De Angelis
To: 'Giancarlo Panarella'
Sent: Wednesday, June 16, 2010 8:40 AM
Subject: R: precisazioni
Sempre caro Panarella, io personalmente voglio bene al Sig Pellicciari, ma nella libera espressione delle idee e delle critiche le chiedo serve questo autolesionismo? Serve ai nostri modesti sforzi, ma ancora più ai nostri produttori? Mi consenta una battuta, aria nuova in cucina, meno provincialismo, storie raccontate mille volte e rispetto a questo valore che abbiamo ereditato, è un fatto di credibilità. Oggi servono persone di livello, la storia è indispensabile per immaginare il futuro, ma la preistoria è solo qualche traccia che spesso si tramanda per sentito dire. Saluti, M D A
Da: Giancarlo Panarella [mailto: giancarlopanarella@enopress.it ]
Inviato: mercoledì 16 giugno 2010 17.27
A: Mauro De Angelis
Cc: Tertullo
Oggetto: Re: precisazioni
Caro e gentile Presidente, (copia a Paolo Pellicciari)
Quell' aria nuova da Lei invocata sarrebe benvenuta, ma non se ne respira, purtroppo. Con Paolo Pellicciari in questi ultimi anni Enopress ha percorso un interessante viaggio attraverso il Frascati. Siamo venuti a visitarvi, a incontrare il past president Dario De Santis, con il quale ho condiviso grandi fenomeni vitienologici e che ha poi lasciato l'incarico. Da giovani eravamo affascinati dal 'vino di Roma' quel vino dei Castelli (Frascati compreso) allora sapido, schietto, vero.
Ci siamo occupati del lancio e del rilancio della Strada dei Vini. Ad oggi, con molta amarezza non riesco a vedere molto di nuovo. Enopress ha plaudito anche all' evento mediatico e al vino dei Cesaroni, esperienza di promozione e mediatica. Vignaioli in disarmo, fojette dimenticate e vigneti cementificati non fanno brillare il vino di Roma che troviamo nella GDO a 1,90 euro, Doc per di più.
Si tratta della forza di 'poteri industriali nordici' o di inettitudine nostrana? tanto più che un potere 'nordico' è ben rappresentato tra gli associati. Roma e la sua provincia sono più grandi di molti Paesi europei, eppure leggendo le statistiche del Consorzio la quota del Frascati venduto localmente non è tra le più brillanti.
Con l'Arte dei Vinattieri, Enopress ha collaborato in questi giorni all'evento "La Dolce Vite" che verrà presentato il 23 prossimo alle ore 17 nel salone Ritz del St. Regis Grand Hotel di Roma. Per una settimana tutte le enoteche associate presenteranno i vini dell'estate: presenti vini di ogni parte d'Italia, mentre si nota la scarsissima presenza del Lazio e, se vuole del Frascati, eccezion fatta per l' eccellente Villa Simona dell'enotecaro Costantini. I clienti delle enoteche associate (con presenze di oltre 400 mila unità mensili) potranno liberamente degustare i vini presentati cui sono dedicate anche le vetrine degli esercizi. All'iniziativa collaborano anche i ristoranti della Capitale e altri pubblici esercizi. Sarà un piacere incontrarLa al Grand Hotel se vorrà raccogliere l'invito.
Per quanto riguarda l'imbottigliamento fuori zona, Le rinnovo tutta la mia solidarietà e quella di Enopress. E' incredibile, seguendo gli sviluppi della vicenda, come il MIRAF sia il primo a non osservare regolamenti e leggi che impone erga omnes !!! Chiedere di imbottigliare il Chianti Classico a Frascati potrebbe essere una richiesta provocatoria e vincente. Mi piacerebbe farne un titolo per Enopress !
Pensi che, comunque, in Via xx Settembre hanno lo stomaco forte. Nel 2000 è stato presentato a Pechino un Chianti Classico Docg di un commerciante dell' Emilia Romagna, imbottigliato a Salgareda. ne parlai con l'allora direttore della Federvini, Castellucci, ora DG dell' OIV a Parigi, il quale mi disse che la cosa era in regola col disciplinare. In quella stessa occasione era presente in Cina un grande imbottigliatore toscano, il quale, al suo rientro in Italia fu ammanettato !?
Tornando a Pellicciari e alle sue note da noi pubblicate, mi consenta di trovare inadeguato liquidarle con: "autolesionismo...storie raccontate mille volte". Anche i ricorsi del Consorzio avverso l'imbottigliamento fuori zona possono considerarsi vecchi di anni, ma non per questo meno necessari e pertinenti. L' opinione di Pellicciari in merito alla presentazione del Frascati a Dubai non mi sembra che possa rientrare tra le critiche da relegare nel pleistocene, ma da osservare con gli occhi della promozione e del marketing opportunamente applicati. Se, come presentato dal Consorzio, tutto il Frascati prodotto è stato venduto, appare legittimo il rilievo di Pellicciari e dei viticoltori in materia di prezzi delle uve e aiuti alla promozione non necessari....
Pellicciari, inoltre, riferisce di un'ipotesi che l'imbottigliamento fuori zona riguardi non solo la movimentazione di cisterne, ma anche di carte.
Come da mia precedente mail Enopress pubblicherà queste Sue precisazioni. E per Sua conoscenza Le anticipo, qui di seguito, una nota di Pellicciari. Ben lieto di ricevere e pubblicare anche le Sue eventuali ulteriori precisazioni, onde contribuire fattivamente alla messa fuoco di fatti di assai difficile interpretazione. Ivi compresa la storia di di questo strano ministero che pretende erga omnes il rispetto di disciplinari che il ministero stesso disapplica.
6 - "Ma che c'accocchia"! Ovvero, la precisazione del presidente del consorzio che non precisa in data 17.06
"Ringraziandola, caro Panarella, le sue precisazioni confermano che lei ha informazioni datate, anzi preistoriche, sarò ben lieto incontrarla quando gli impegni ce lo consentiranno. Potrei facilmente farle notare che molte tesi da lei sostenute sono problemi con cui si dibatte la quasi totalità dei vini italiani, la informo che oltre due docg al mipaf abbiamo molta aria, e sostanza, che sta cambiando, un giorno se ne accorgerà anche lei. Ne parli con i suoi referenti frascatani e si faccia spiegare. Come ben saprà se le fonti informative sono di pessimo livello e perfino un po allegoriche ne escono commenti spesso perfino ridicoli per chi li pubblica. Non le sembri stizza o polemica, non lo è, trovi giornalisti critici, ma informati, attualizzati e che abbiano ascolto, altrimenti è una macchietta, guardi io amo l avanspettacolo, sui punti sollevati potrei darle tante opinioni, quando vorrà ma a chi ascolta e capisce di cosa parliamo. Con stima un caro saluto a lei e le sue firme." M D A
7 - Non è detto che il vino viaggia in "cisterna", può viaggiare anche in "valigia"
Paolo Pellicciari, con questo scritto, prende in esame il comunicato stampa redatto dal Consorzio Tutela del Frascati, risultato a tratti incomprensibile o di difficile interpretazione.
"Di solito quando si fanno comunicati stampa incomprensibili, c’è sempre una motivazione di fondo che determina l’incomprensibilità. Nella fattispecie stiamo parlando del Consorzio del Frascati dove i soci all’interno hanno interessi vinicoli diversificati. C’è l’azienda vinicola che vende il Frascati in bottiglia ai supermercati a 2€ e chi vende la bottiglia a 4€ ciò a significare che le diverse politiche commerciali delle varie aziende, contrastano tra loro e non si addiviene ad un atteggiamento con punti di riferimento comuni.
Gioco forza bisogna fare riferimento alla "Politica" nel senso nobile di "Polis". Che cosa è la politica? La politica è l’applicazione di una filosofia. Quante volte sentiamo parlare di "politica commerciale", "politica aziendale", "politica economica" e cosi via. Ogni politica e ispirata da una "filosofia". Non a caso la "Politica" è l’arte della "Prospettiva".
Sono ormai più di dieci anni che scrivo richiamando l’attenzione sul vino di Frascati, ma nessuno, ha mai preso posizione o tantomeno abbia aperto un dibattito o si sia proposta una soluzione alle problematiche richiamate. La domanda sorge spontanea. Quale prospettiva per il Vino di Frascati? Senza "filosofia", non c’è "politica" e tanto meno "prospettiva". Quando i viticoltori stingano i vigneti, trascurano la lavorazione della vite, sopportano le umiliazioni, questo vuol dire che il Frascati non ha prospettiva. Domanda; possibile che i dirigenti del Consorzio Tutela sono cosi sprovveduti? Credo di no. Hanno ridotto il prezzo delle uve con la scusa dell’invenduto, tanto che dalle 130.000 al quintale si è passati dalle 25-35 € di oggi con un ammontare presunto di circa 20 milioni € che son andate al sistema vinicolo industriale. Per giunta ci mettono il "pianto" dell’"invenduto" per richiedere finanziamenti pubblici a sostegno della "crisi" è i massimo. Quando sono arrivato all’incontro al Campidoglio, la sala si è gelata, il panico serpeggiava tra i dirigenti del Consorzio tanto, che il presidente il dott. De Angelis si è avvicinato esortandomi ad avere un atteggiamento consono alla situazione come dire non contraddire quello che diciamo. Aveva paura gli potessi far saltare il "finanziamento". L’Italia dalla patria del "diritto" è diventata del "dritto" che è sinonimo. Con la normativa OCM: Vino e il regolamento di attuazione hanno cambiato lo scenario vinicolo italiano. La normativa "sancisce" che il vino si può "fare" anche con l’uva. E questo sconvolge le logiche vinicole tradizionali, il disorientamento generale regna sovrano, lo dì stravolgimento del mercato ha scomposto le dinamiche della domanda e dell’offerta. Il Ministero che deve adottare la normativa europea, "indora" la pillola con deroghe strane vedi imbottigliamento in zona o disciplinari variati ecc. ecc, Anche in questo caso prendiamo atto che il Consorzio di Tutela dimostra di non avere ne Filosofia ne Politica. Basta non mandare i mosti al di fuori della zona di produzione, che non ci sarebbe da preoccuparsi della deroga. A meno che il vino Parte in "Valigia" invece della Cisterna. Questo fa nascere il dubbio che la deroga potrebbe essere "sollecitata". Quello che è sconcertante. leggere sul comunicato stampa che la produzione di uve 2009 è venduta, ciò significa che non ci sono più "giacenze" questo vuol dire e si possono rivedere a rialzo i prezzi delle uve della vendemmia 2010. Valore 70 € quintale, pagamento 60, 90, 120, giorni come tutti gli altri fornitori."
8 - La delicata ciliegina sulla torta è quella di Barbara Jannoni Sebastianini, consigliere del consorzio, produttore 'puro', enologo e dottore in agraria – via mail in data 17.06
La signora era al consorzio (a quanto da lei stessa dichiarato) quando il direttore di Enopress ha telefonato èd ha avuto modo, ascoltando la telefonata (privacy!!) di notare il suo 'fare ironico' nel dire che era poco chiaro. Bene, Signora, tentavo soltanto gentilmente di dire che alcune cose non erano scritte come si doveva ( evitando di dire che erano grammaticalmente e sintatticamente inesatte, così come molte parti delle precisazioni sopraggiuntemi) e, pertanto non si capivano. Se ha la pazienza di leggere quanto ho evidenziato in neretto del comunicato, forse capirà. Comunque dovrebbe aver notato il mio 'dire' e non il mio 'fare' in quanto eravamo su normali telefoni senza video. In quanto a vendere alcol ai musulmani, ho tentato timidamente di suggerire che è meglio occuparsi del mercato di Roma e del Lazio che, per numero di abitanti, supera di gran lunga alcuni paesi europei. e di altri mercati ruggenti, prima di andare incontro all' ira di Allah ed ho modestamente chiesto di conoscere quante bottiglie di vino consumano e consumeranno quei mercati. (GP)
Gentile direttore, mi rivolgo direttamente a lei come responsabile della testata. Sono un produttore e vedendo pubblicati gli articoli di Paolo Pellicciari, sono 'saltata sulla sedia' io stavolta.
Conosco Paolo Pellicciari è una brava persona, nulla da dire ed ha tutto il diritto di esprimere le sue opinioni, ma le sue argomentazioni pur sembrando giuste ad una prima lettura, in una disamina più approfondita si vede che sono frutto di una analisi superficiale dei dati e di uno stravolgimento di cose dette e non dal Consorzio.
Sono un produttore 'puro' come vengo definita in Consorzio, di cui sono in Consiglio di Amministrazione e questo per me è il mio secondo mandato, ma prima di esserlo ho lavorato per molti anni in una delle più conosciute aziende vitivinicole della zona come enologo essendo un dottore in agraria con una specializzazione post laurea in enologia, mentre ora gestisco l'azienda di famiglia producendo solo la materia prima, l'uva. Non dico questo per vantarmi, non è nella mia natura, ma per presentarmi e farle capire che ho una visione del Frascati, e delle problematiche di settore e del vino in generale, a 360°.
Le faccio un paio di esempi: Pellicciari dice che è assurdo presentare vino negli Emirati Arabi perché la religione mussulmana vieta il consumo di alcool, ma è come dire 'non vendete armi nei paesi cristiani perché c è il comandamento 'non uccidere''. Magari fosse vero, mentre sappiamo benissimo che purtroppo non solo vengono vendute, ma anche usate, ed è anche come dire che tutte le aziende che stanno facendo investimenti in paesi e continenti con culture molto differenti da noi, stanno sbagliando tutto. Questa è una mentalità di 50 anni fa? e se nel Frascati la pensassimo tutti come lui saremmo già cadaveri mummificati. Non godiamo di ottima salute, certo, ma da qui alla mummificazione ce ne vuole.
Passando alle giacenze: chi ha mai detto che non ci sono e non sono un problema e che la loro diminuzione ci deve far gioire? Chi legge approfonditamente di dati pubblicati dal Consorzio vede benissimo che il loro decremento è solo dovuto alla contrazione di un altro dato. E finisco qui perché non ho intenzione di ribattere punto per punto le sue affermazioni.
Arrivando a lei: so che ha telefonato in Consorzio per il comunicato stampa distribuito il 7 giugno scorso perché c'ero, e con fare ironico ci ha detto che era poco chiaro, ma era ovvio che potesse esserlo visto che la materia è complessa e contraddittoria già per un avvocato, inoltre le assicuro che è stata semplificata molto, e comunque siamo a sua disposizione per chiarimenti.
Lavoro attivamente nel Consorzio sottraendo tempo dalla mia attività perché ci credo, so benissimo che il nostro lavoro non può essere condiviso da tutti, ma per ognuno di loro ci sono molti altri che ci appoggiano, spesso cambiando opinione su di noi, e questo mi fa capire che non stiamo sprecando tempo e il fiato, ed inoltre se sono stata rieletta significa che i produttori condividono le mie idee ed il mio operato.
In questo periodo mi sono adoperata di incrementare i nostri contatti giornalistici notevolmente, e ho inserito la sua testata perché la ritenevo obbiettiva, che da spazio a tutte le opinioni con discernimento ed equilibrio, ma a questo punto francamente non so più cosa pensare.
Distinti saluti" Barbara Jannoni Sebastianini
Risponde Paolo Pellicciari chiamato in causa
Dopo la "ciglieggina" si prende il coltello e si taglia la "Torta".
From: paolo pellicciari
To: giancarlopanarella@enopress.it
Sent: Friday, June 18, 2010 8:34 PM
Subject: conclusioni
Gentile Sig.ra Jannone,
Non sono per nulla sorpreso del Suo atteggiamento nei miei confronti in merito alle problematiche da me sollevate. Mi sorprende la sua "posizione" nei confronti delle tematiche sollevate dal sottoscritto a cui non si da seguito a logiche dialettiche di pertinenza.
Se non erro, Lei nel CDA (termine di moda) del Consorzio dovrebbe essere stata eletta in rappresentanza dei viticoltori, insieme ad altri due membri.
Forse "dall’alto dell’Olimpo" consortile non si vede che i viticoltori stanno estirpando i vigneti, che gli stessi sono trascurati, che molti viticoltori devono ancora essere saldati per la vendemmia 2009 con uve "da pagare" a soli 25€ al quintale. Lei non ha smentito che, negli anni, dalle 130.000 £ al quintale a fronte del prezzo di oggi, i viticoltori del Frascati hanno contribuito per 20.000.000 di € . E ancora sono chiamati ai sacrifici. Tra pochi mesi inizia la vendemmia e ancora non si sanno strategie di mercato e sul valore delle uve.
Ci sarebbe da discutere sui 1500 ha di vigneto e sulla produzione "reale del Frascati": sarei contento che il Sindaco di Frascati accertasse le reali quantità di uve prodotte.
Io in Lei mi sarei astenuto da scrivere quella inutile "filippica": piuttosto dovrà spiegare perché una viticoltrice all’interno del consorzio si schiera contro di me.
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