sabato 17 novembre 2018

martedì 12 ottobre 2010 CHE FINE FARA' L'OSPEDALE DI FRASCATI? Da un’approfondita ricerca è risultato che lo stabile dell’ospedale di Frascati è di proprietà della “SAN.IM” spa, con sede in Roma. Dunque un soggetto “privato”. La società si costituisce il 3/06/2002 e il 28/giugno ha acquistato dalle ASL e dalle AO, 56 strutture ospedaliere ad un prezzo di 1.949 milioni di euro stipulando contestualmente con le aziende venditrici contratti di affitto trentennali. Dei 56 ospedali previsti son diventati 49 poiché 7 non inclusi nel processo di cartolarizzazione. La SAN.IM ha quindi ceduto ad una società veicolo (Cartesio ) i crediti vantati verso le ASL per il pagamento dei canoni d’affitto. La Cartesio ha emesso titoli sul mercato dei capitali suddivisi in 5 trance. Considerato che nella metà del profilo di ammortamento relativo alle prime quattro trance è stato perfezionato un derivato (Interest Rate Swap – IRS) di tipo top side le cui controparti sono, ciascuna con una quota del 25% Lehman Brothers, Unicredit, BNL gruppo BNP Paribas e JP Morgan. C’è da considerare che la Lehman Brothers spa ha subito un crack finanziario che ha causato il suo fallimento e che la regione sarebbe debitrice di oltre 33.000.000 di euro al curatore fallimentare della Lehman. In sintesi una sorta di “finanza creativa”. Tutto l’impianto di “vendita” fa acqua da tutte le parti, e non è escluso che un eventuale esproprio potrebbe avere accoglimento vista l’origine della proprietà. Sarebbe troppo lungo spiegare l’impianto di ingegneria finanziari attuato per creare liquidità per fare fronte alle esigenze finanziaria del sistema sanitario del Lazio. E’ importante che lunedì si chiuda il consiglio comunale con una mozione di esproprio dell’ospedale, poi accantonare una cifra per avere articoli sulla stampa nazionale per richiamare l’attenzione dei midia tanto che si potrebbe aprire una trattativa finalizzata alla piena funzione dell’Ospedale. Un po’ di storia, negli anni ’70 l’ospedale di Frascati aveva i seguenti reparti: chirurgia generale, ortopedia, urologia, pediatria, ostetricia, ginecologia, sala parto, medicina generale, otorinolaringoiatra, radiologia, clinica medica e clinica chirurgica, gammatrone, 2 ambulatori generali, emoteca, laboratorio analisi, cucina, lavanderia e camera mortuaria Gestione tre suore e sei impiegati. Posti letto 250 circa. Oggi circa 80 posti letto, il numero degli amministrativi supera di molto il numero dei degenti. Gli infermieri e i medici sono triplicati dagli anni 70/80. Questo dovrebbe motivare ampiamente il carico economico posto letto. Se questo parametro lo rapportiamo a livello nazionale ci spieghiamo i motivi della “voragine” economica del sistema sanitario. Un esempio nella ASL di Salerno sembra dipendano circa 12000 dipendenti. Nonostante il calo vertiginoso dei posti letto e l’esubero del personale, spesso no c’è posto per i malati costretti a “mendicare” un posto letto in altri ospedali. Il dramma che il nostro ospedale è stato spogliato di tante specialità. In pratica il nostro ospedale e relegato ad avere il padiglione psichiatrico e il reparto di pneumologia. L’aspetto più inquietante, che se un cittadino non potesse aspettare i tempi biblici dei tempi d’attesa per le visite, deve recarsi in una struttura privata e pagare le prestazioni richieste. Il questo modo i cittadini “pagano due volte” il servizio sanitario uno con la fiscalizzazione diretta e l’altra con l’imposizione di “necessità”. Per me il problema non si risolve con l’approvazione di un ordine del giorno di disappunto che lascia il tempo che trova. In un paese vicino Viterbo il Sindaco ha emesso un’ordinanza che impedisce ai suoi cittadini di ammalarsi per evitare di essere sanzionati. Il consiglio comunale deve approvare una mozione d’esproprio dell’ospedale e riacquisirlo al patrimonio comunale e riorganizzarlo in conformità alle esigenze reali della popolazione. Non solo, anche i sindaci trattati a”pesci in faccia” dovrebbero attivare le stesse procedure d’esproprio e organizzare una campagna di stampa denunciando le storture della sanità, gli stipendi degli alti dirigenti, e i disservizi causati a causa della cattiva amministrazione. C’è solo un problema i Consiglieri Comunali di Frascati non godono la mia stima e credo che non siano all’altezza per affrontare un problema cosi complesso per gli interessi in gioco intrinsechi in tutta la vicenda. Perderemo anche l’ospedale. Paolo Pellicciari

giovedì 8 novembre 2018