Data di inserimento: venerdì 18 febbraio 2011 |
TELENOVELA FRASCATI: LA 'MOSSA' DELLA DISTILLAZIONE |
(www.enopress.it). Il vino dei Papi sulla strada della distillazione - Per oggi alle ore 01.30 ed in seconda convocazione alle ore 17. il presidente del Consorzio del Frascati, Mauro De Angelis ha convocato presso la sede sociale un' Assemblea Straordinaria, - Iniziativa che sorprende dopo l'illustrazione, soltanto pochi giorni fa, del progetto presentato in collaborazione con Associazione Cooperative Consumatori della Coop e che vantava un polo produttivo, quello del Frascati, capace di 15 milioni di bottiglie e orientato a riconquistare, innanzitutto a Roma, il gradimento dei consumatori - Di seguito pubblichiamo alcune delle primi commenti dei viticoltori (in sofferenza da anni per il basso prezzo delle uve) inviati a Enopress - Chiude la breve rassegna dei commenti, quello assai autorevole di un rappresentante di una grande organizzazione di categoria che ci parla di "furbi e mediocri" e di "progetti senza respiro": Enopress la pubblica a chiusura dei commenti sotto il titolo "Il deserto dei Tartari", con una sottolineatura: Frascati è la viticoltura dei Castelli Romani e del Lazio La convocazione dell' Assemblea Straordinaria I commenti dei viticoltori -"Credo che stiamo toccando il fondo. Dovrei utilizzare un frasario più consono alla circostanza". - "Il grande vino di Frascati dalle COOP alla distillazione. Un grande messaggio pubblicitario caratterizzerà la vendite del nostro vino. Non so, chi sia il regista di questa "brillante" operazione. Al contempo si tende anche a ridurre i parametri quantitativi per ettaro senza un piano finanziario che dia remuneratività ai viticoltori. Se noi avessimo a che fare con un sistema industriale vinicolo "attento" (per non dire altro) si dovrebbe preoccupare della sua materia prima, cioè le uve, Con la vendemmia 2010 c'è stato un calo pauroso di produzione di uve e il prezzo? "Quello dell'altranno" Quanti anni so' che pagano il prezzo dell'altranno? E' comodo fare i soldi con la materia prima a basso costo e pagate a "nipote morto" solo questo dovrebbe rappresentare un atteggiamento a di poco criticabile. Sempre perché sono educato. L'ultima "mazzata" sarà la "distillazione" Il grande Frascati ricorre alla distillazione per smaltire le giacenze. Una operazione pubblicitaria di grande rilievo, oserei dire "geniale". - "Quali le strategie del Consorzio per adeguarsi ai tempi? Per il momento i dirigenti del Consorzio tutela del Frascati si sono "accorti" che non siamo più una Doc, ma una DOP. Fino a qualche tempo fa, parlavano del grande traguardo della DOCG . Ora adeguano il disciplinare alle nuove norma DOP. Hai voglia a dire che già dall'agosto 2009 le DOC e DOC-G per l'Europa non esistono più, ma solo DOP e IGP. A seguito dell'approvazione da parte dell'europa delle norme OCM: VINO." - "Il deserto dei Tartari" "Qualche provocazione e poi una bozza di proposta. Che il settore sia stanco lo si vede anche nel Consorzio di Tutela dove, aldilà delle figure che si sono succedute al governo , tutte da stimare apprezzare e ringraziare, l’autorevolezza è scesa ai minimi storici, il disimpegno di chi potrebbe far di più è evidente, il tentativo di essere dietro e "manovrare" è visibile e non certo trasparente,il ricambio stenta ad esserci per cui è evidente che tutto si traduca in esercizio di liturgie del lamento che si esternano in progetti senza respiro in richieste alle Istituzioni di aiuto ma senza un progetto ne di breve ne di medio lungo periodo ma in aspirine che affidano a studi l’obiettivo di "spostare in avanti il pallone" con la speranza, un po come fanno molti politici, di lasciare il problema a chi vien dopo e a se stessi il racconto e l’alibi di averci provato con uno studio autorevole ma non applicato. In tale contesto vincono i furbi e i mediocri. Ricorda un po nello sviluppo delle cose quel capolavoro letterario del Buzzati se non vado errato, "Il deserto dei Tartari" "Frascati è la viticoltura dei Castelli Romani e del Lazio, che si debba invertire una storia ormai in agonia piena è evidente. L’idea è quella di ripartire dal vigneto, dalla città di Frascati, da controlli e regole ferree da applicare a tutti coloro che ci operano, da un progetto di comunicazione del territorio non fatto e pensato dall’amico del condominio o del partito ma da chi ha già dimostrato di averlo saputo fare, da soggetti della rappresentanza che rappresentano davvero, da una filiera non egoista (in alcuni casi obsoleta e per questo arrogante), che guarda al futuro e non all’assessore all’urbanistica del Comune, insomma credo che si tratti di uscire da Frascati e guardare all’esterno per riscrivere una storia possibile ed auspicabile ma con coraggio, lucida determinazione, mettendoci la faccia . Siamo ad inizio legislatura regionale, si può fare perché ci sono le necessità e sensibilità , queste vicende partono tutte dal basso e quindi dal vigneto". |
venerdì 18 febbraio 2011
LA "MOSSA" DELLA DISTILLAZIONE
lunedì 7 febbraio 2011
ILFRACATI DALLE TAVOLE DEL MONDO ALLE COOP
Data di inserimento: martedì 8 febbraio 2011 |
(www.enopress.it). Straordinario mondo quello dell’economia globalizzata all’italiana – Un governo di sinistra vanta importanti privatizzazioni quali le autostrade (mentre paesi come la Spagna le realizzano con il contributo UE e le offrono senza pedaggio agli utenti) e il governo di destra, anche a livello regionale, cavalca formule di pubblicizzazione dell’imprenditoria – Come? Una delle formule è quella che abbiamo sentito illustrata in un incontro organizzato dal Consorzio del Frascati e dall’ Associazione Cooperative Consumatori della Coop, ovvero il finanziamento da parte della Regione del progetto Frascati. Suscita non poca perplessità la ricerca di interventi pubblici, soprattutto nella considerazione che questi travalichino quelli indirizzati alla promozione del territorio. In passato si è infatti verificato che alcuni interventi mascherati da promozionali siano stati indirizzati, invece, a sostegno dei prezzi artificialmente bassi praticati dalla grande distribuzione. Preoccupazione in tal senso viene da altre categorie del commercio vinicolo, pure interessati alla vendita del Frascati, quali le enoteche, i negozi specializzati e la ristorazione che pure contribuiscono in maniera determinante alla più qualificata affermazione dei prodotti. Un tal fatto progetto si collocherebbe sui più recenti indirizzi di un'enogastronomia 'a km.zero' e potrebbe avvalersi di una rivisitazione storico culturali che ben pochi vini al mondo possono vantare come i vini del Lazio, i cui litorali pontini hanno visto millenni fa l'approdo di Enea e della viticoltura (con la stessa nascita di Roma) e, più a nord, nell'Etruria meridionale culla di una vitticoltura antichissima trasmessavci dal lontano Caucaso. Come riferito giorni fa da Enopress, il Consorzio dei Vini Tipici del Frascati appare interessato ad affidarsi in qualche modo alla COOP Tirreno (?) , ma al momento si è presentata all’incontro l’Ass. Cooperative Consumatori, Distretto Tirrenico filiazione di Coop e Legacoop, nella persona del Dr. Massimo Pelosi delle Relazioni istituzionali e territoriali per la Campania ed il Lazio (una specie di ministero per gli affari regionali dell’Organizzazione) L’incontro si è tenuto per risolvere la crisi di immagine e di vendite del più noto vino del Lazio, il Frascati. ed hanno aderito esponenti dell'industria vinicola, delle aziende vitivinicole e i viticoltori. Hanno preso parte attiva all’approfondimento delle telatiche: il Commissario Straordinario dell' ARSIAL, Erder Mazzocchi; il presidente della Commissione Agricoltura della Regione Lazio, Francesco Battistoni; Sergio Urilli, Consigliere provinciale di Roma; i sindaci dell'area del Consorzio Stefano Di Tommaso Sindaco di Frascati; Mario Gori sindaco di Monteporzio A quale prezzo? Sull’iniziativa gravava, con inaudito tempismo, la nota pubblicata da Il Corriere Vinicolo del 24 gennaio scorso che, senza mezzi termini, titolava Fine della telenovela - IMBOTTIGLIAMENTO FRASCATI: IL TAR LAZIO DÀ RAGIONE ALLE AZIENDE FUORI ZONA a firma di Duilio Cortassa, di cui ricordiamo, qui di seguito, i passi salienti. "Quella che da molti era stata definita "guerra del Frascati", scrive Cortassa, sembra essere giunta alla fine con due sentenze del Tar del Lazio del 29 novembre scorso, che decidono un lungo contenzioso che ha visto negli anni contrapposte alcune aziende imbottigliatrici nelle province di Bolzano, Cuneo, Latina, Pisa e Lecco alle ragioni del Consorzio tutela Frascati. L’oggetto della disputa riguardava l'interpretazione del dm 31 luglio 2003 che, prima dell'entrata in vigore del dlgs 61/2010, che ha riformato la legge 164, dettava le regole generali in materia di imbottigliamento fuori zona dei vini a Do. Secondo il Tar, mentre l'art. 3 si riferiva ai casi in cui i disciplinari di produzione (in vigore al 31 luglio 2003) già prevedessero un divieto d'imbottigliamento fuori zona pur rimanendo valide le disposizioni e le prassi vigenti a quella data, il successivo art. 4 ammetteva una disciplina transitoria (un'autorizzazione di cinque anni rinnovabili) nel caso in cui, dopo quella data, fossero stati adottati disciplinari di produzione che introducessero limiti alla zona di imbottigliamento prima non previsti." La recente decisione del Tar ha riportato indietro quella che Il Corriere Vinicolo ha definito la "telenovela" di oltre un decennio. Da notare che l’incontro è stato moderato dal giornalista de Il Messaggero, Luigi Jovino che all'imbottigliamento in zona, nel lontano 22 dicembre 2000, sul quotidiano romano aveva dedicato l’articolo "Frascati. Allarme del consorzio: si teme una produzione sottobanco o una rinuncia a continuare la commercializzazione. Fuga in massa dal Frascati doc" "La legge dell'imbottigliamento in zona - scriveva Jovino - non porta alle aziende castellane gli effetti desiderati. Infatti a tre mesi dall'entrata in del decreto, firmato da Alfonso Pecoraro Scanio, ministro delle Politiche agricole, risulta che una sola azienda con stabilimenti fuori dalla zona di produzione, abbia iniziato le procedure per continuare a produrre il Frascati.. Si ricorda che erano state almeno una trentina le aziende italiane, con sede giuridica fuori dalla zona dei Castelli, ad opporsi strenuamente, al decreto sull'imbottigliamento in zona, denunciando che c'erano contratti da onorare e tradizioni commerciali da rispettare. Un viticoltore presente ha così commentato il dibattito: Danni incalcolabili. C'è da porsi una domanda. Questo stato di cose dipende solo dalla crisi? Leggiamo i numeri. Secondo un recente comunicato stampa emanato dal Consorzio, per la vendemmia 2009, ci fa sapere che si sono prodotti 160.000 quintali di Una risposta ad alcuni interrogativi si trovano nelle ormai storiche affermazioni del direttore Tamburrano che, nel affermare "Dopo la legge sull'imbottigliamento in zona del 1997, le giacenze del nostro vino si ridussero enormemente ed il prezzo delle uve toccò il massimo storico. Il nuovo decreto, invece, ha lasciato tutto invariato." E aggiungeva."alcuni aspetti della vicenda sono molto oscuri". L'opinione di Giulio Santarelli "L'incontro tra i produttori del Frascati doc ,dei Sindaci dei Comuni dell'area del consorzio, degli operatori commerciali della Coop e della doc Roma può rappresentare una utile occasione per dare un concreto impulso alle vendite del nostro prestigioso marchio. La grande distribuzione oggi consente di rendere disponibile anche i vini pregiati ad una platea più vasta di quella tradizionale. "Provincia e Regione fino ad ora hanno saputo soltanto esprimere buone intenzioni e nessun provvedimento concreto. Gli stessi Sindaci dei Castelli Romani, mostrano di non essere in grado neppure di ottenere dai tantissimi ristoranti esistenti l'impegno a privilegiare i vini dei Castelli Romani Le sollecitazioni del Sindaco di Frascati al Sindaco del Comune di Roma che hanno costituito occasione per un convegno in Campidoglio con la presenza dell'Assessore al Commercio Bordoni ancora non riescono a modificare il quadro illustrato dal giovane nuovo Commissario di Arsial Mazzocchi per cui a fronte di un 20% di consumo di vini di altre Regioni il vino dei Castelli Romani si ferma al 6%. "Purtroppo questo Convegno è stata l'ennesima manifestazione sui mali che affliggono il Frascati e sulla gloria che questo vino ha vissuto in un passato remoto. Una storia che purtroppo non trova alcun riscontro nel presente e meno che mai nel futuro." Quale impegno per il futuro? |